Lanciano (Ch) - Minacce e soprusi: quasi tre anni d'inferno. E, ora, A. F., 37 anni, di Lanciano, è finito in carcere con le accuse di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori. 

Tutto comincia nel 2014. L'uomo, stando alle indagini della polizia e della Procura, "nel periodo di convivenza con la propria compagna, dal 2014 all'ottobre 2016, ha maltrattato la donna, sottoponendola - scrive il pubblico ministero Rosaria Vecchi - a continue vessazioni fisiche e psicologiche". In diverse occasioni, sotto l'effetto di alcool, di cui abusa, "l'ha denigrata, minacciandola di morte, anche brandendo contro di lei un coltello da cucina in presenza dei suoi tre figli minorenni, tra cui, il più piccolo, di appena un anno, nato dalla relazione con l'indagato. In una occasione ha compiuto tale gesto mentre la compagna aveva in braccio proprio il figlio piccolo". In altre occasioni ha minacciato di morte anche i due figli di lei, frutto di una precedente relazione.

In seguito alla decisione della donna di interrompere la storia, nell'autunno scorso, l'inquisito "ha, con condotte reiterate, minacciato, molestato e perseguitato" la malcapitata, "arrivando persino a tentare di introdursi con la forza nella sua abitazione e a seguirla negli spostamenti, cagionando in lei un grave e perdurante stato di ansia e timore per la propria incolumità e costringendola a modificare le proprie abitudini di vita". Di qui le manette. L'ordine di custodia cautelare in carcere, su richiesta del pm, è stato disposto dal giudice delle indagini preliminari Massimo Canosa "stante i fatti di estrema gravità e dispiegati per un ampio periodo di tempo. Di qui la necessità di interrompere la sua condotta criminale, prima  - fa presente il procuratore facente funzioni, Rosaria Vecchi - che possa giungere alla commissione di gravi delitti". 13 marzo 2017


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