Lanciano (Chieti) 03 ott. '13 - Il ragazzo ha 15 anni ed è down. E frequenta la prima superiore di uno dei più noti istituti scolastici di Lanciano. "Dovrei denunciare tutti - dice la madre furibonda -, ci sto pensando seriamente". E' successo che qualche giorno fa il figlio, in un momento in cui nessuno vigilava su di lui, è sgusciato via da scuola. "Il padre l'aveva accompagnato fino al cancello - racconta la mamma, 48 anni -. Dopo qualche minuto abbiamo telefonato per verificare che fosse dentro, perché lui dev'essere tenuto costantemente d'occhio: il bidello ci ha risposto che era in classe, di stare tranquilli. Invece dopo un po' ho ricevuto una chiamata dall'assistente: 'L. non è più qui, è sparito. Andate a cercarlo'. Un dramma". La donna, allarmata, è stata costretta a chiudere il negozio di alimentari in cui lavora e a mettersi a girare per la città alla ricerca del figlio. "Per fortuna che siamo riusciti a trovarlo abbastanza in fretta. L'abbiamo riportato a casa, dato lo scarso interesse mostrato nei suoi confronti. E' una vergogna quello che è accaduto, anche perché tutti conoscono le condizioni del ragazzo". Non è neppure la prima volta che si verifica un fatto del genere. "E' successo alle elementari e poi alle medie... E ho sopportato, ma ora basta. Lui, siccome per la sua disabilità viene sistematicamente lasciato in disparte, abbandonato a se stesso e non aiutato in alcun modo, prende e scappa da scuola... Se ne va... Ma loro, i dirigenti e i docenti dell'istituto superiore, sono stati messi al corrente di questo. Lo conoscono. E io sono stufa di quest'atteggiamento di menefreghismo. Ho chiesto spiegazioni: è stato uno scaricabarile, dal preside agli insegnanti, all'assistente, ai bidelli... E' scandaloso". Lei è arrabbiatissima. E non solo per quest'ultimo episodio. Negli anni passati, in un'altra scuola, il bambino è stato anche maltrattato e preso a ceffoni. "E' tornato a casa con le orecchie viola... E c'è il fatto, gravissimo - aggiunge la signora - che mio figlio, dato che a scuola vive, da sempre, nell'indifferenza assoluta, non sa ancora leggere e scrivere. Quel poco che ha appreso, quel poco che sa fare, l'ha imparato alle elementari e da insegnanti che io ho pagato in privato. Ma in famiglia non abbiamo abbastanza soldi per far venire di continuo professori a casa e lui, a scuola, non riceve alcuna istruzione". Disagio e lacune perdurano... "Adesso ha iniziato le superiori da alcune settimane: basta aprire i suoi quaderni, tutti, a righe o a quadretti, sono vuoti. Dopo un mese di scuola neppure una parola c'è su quei quaderni, nulla. Eppure lui chiede di poter leggere, spesso. Vuole e può farlo. Potrebbe farlo, se qualcuno glielo insegnasse". 



Serena Giannico

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