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Lanciano (Ch) – Un incontro per conoscersi, informarsi e confrontarsi con persone che stanno scontando una pena detentiva in carcere, senza pregiudizi. Si può riassumere con queste parole il convegno ‘Libertà, dignità e misericordia’ che si è svolto questa mattina nell’aula magna della scuola media di Lanciano Umberto I, tra gli studenti e quattro detenuti del carcere di massima sicurezza di località Villa Stanazzo a Lanciano. Diverse le tematiche affrontate, con i ragazzi che non hanno mancato di fare domande di ogni genere, con curiosità ed interesse. In particolare hanno chiesto come cambia la vita in carcere, ma anche di come cambiano le dinamiche famigliari quando un membro della famiglia si trova nella situazione di dover scontare una pena detentiva. “Purtroppo le persone sbagliano – afferma uno dei detenuti – e questi sbagli devono essere pagati. Se potessi tornare indietro non farei quello che ho fatto, perché a pagarne le conseguenze non sono solo io ma anche i miei famigliari. Per questo dico ai ragazzi di godersi la vita in libertà e di stare lontano dai guai”. “Quando si sconta una pena si cambia – afferma un altro detenuto – io mi sto impegnando per diventare una persona migliore”. Al convegno, organizzato dal Carcere di Lanciano, dalla scuola media Umberto I - con il coordinamento di Rosetta Madonna, docente – assieme a Rotary Club di Lanciano e Cpia (Centro per l’istruzione per gli adulti), era presente anche Lucia Avantaggiato, direttrice del penitenziario: “Ognuno di noi a causa di un dolore interno può essere portato a compiere azioni gravi – spiega la Avantaggiato ai ragazzi –. Per questo non dobbiamo mai dimenticare che abbiamo a che fare con persone e che come tali possono sbagliare. In questo il carcere svolge un’importante funzione educativa e riabilitativa pur rimanendo chiaro il fatto che si sta scontando una pena detentiva”. “Viviamo in una società dove si vuole tutto e subito – aggiunge frate Mauro della chiesa di San Francesco a Lanciano – e quando si sbaglia è perché non si è voluto aspettare. Per queste persone è sempre difficile il reinserimento nella società, spesso manca l’umanità e la capacità di perdonare”. 


A testimonianza del valore riabilitativo del carcere, attraverso anche i tanti laboratori attivi, è stato presentato il numero tre del giornale ‘L’arcobaleno’ in cui scrivono alcuni detenuti su diversi temi: dal matrimonio tra persone dello stesso sesso all’attualità fino alla cronaca senza mancare riflessioni, poesie e perfino ricette. 28 aprile ‘16 

Piergiorgio Di Rocco


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