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Lanciano (Ch) - Scortati da agenti in borghese, sono arrivati poco fa, intorno alle 15.30, i primi 13 immigrati per cui la Prefettura di Chieti ha disposto il trasferimento in contrada Villa Elce a Lanciano. Sono tutti maschi, provenienti da Gambia, Bangladesh e Costa d'Avorio. Il più piccolo di loro ha 18 anni. Prima erano in un centro di accoglienza di Agrigento (tant'è che alcuni parlano bene l'italiano), poi hanno sostato nel centro Vasto Continental, ora alloggiano in una struttura privata, ex Rsa di Villa Elce, gestita dal Consorzio Matrix. Quest'ultima in provincia di Chieti manda avanti diverse strutture che ospitano profughi, da Vasto a Torino di Sangro tanto per citarne alcune. 
 

"Ciò che è certo - spiega Fiorina Fedele, presidente del comitato Villa Elce Unita - è che non si tratta di famiglie, come ci era stato assicurato. Nessuna donna, nessun bambino. Abbiamo visto arrivare un gruppo di uomini, scortati dalla polizia. Sono gli stessi che vediamo ora affacciati dalle finestre, ma non sappiamo ancora quanti siano. Continuiamo a precisare che non abbiamo nessun tipo di pregiudizio e, allo stesso tempo, non riusciamo a capire perché ci abbiano mentito assicurandoci che sarebbero arrivate delle famiglie".

Nei giorni scorsi i cittadini, in particolare i residenti di Villa Elce, si erano mobilitati per protestare contro l'arrivo degli immigrati, arrivando a raccogliere 750 firme, consegnate poi al vice prefetto Luciano Conti. In quell'occasione il comitato Villa Elce Unita aveva "ribadito le problematiche logistiche riguardanti il contesto sociale che non permette l’integrazione e il contesto urbanistico in quanto la struttura, a ridosso della strada provinciale percorsa da circa 15.000 veicoli al giorno, non garantisce alcuna sicurezza".

Eppure la struttura, come ha spiegato lo stesso vice prefetto Conti all'incontro con i cittadini, sarebbe pronta ad ospitare 23-24 persone. Nel frattempo continuano le proteste e i presidi, di alcuni cittadini e di movimenti, tra cui CasaPound. Più fiduciosa, invece, l'amministrazione comunale, che non teme che il provvedimento possa portare a grandi ripercussioni. "Non possiamo dire di no - spiega il sindaco Mario Pupillo -, è una decisione della Prefettura e non possiamo neanche sottrarci ai nostri compiti. Abbiamo il dovere dell'accoglienza".

19 agosto '16

Foto Abruzzolive.tv
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