Lanciano (Ch) 15 sett. '15 - I giudici di Lanciano (Ch) gli avevano dato torto a ripetizione. La Corte dell'Appello dell'Aquila, sezione per le controversie di lavoro, il 10 settembre scorso, ha, invece, dichiarato ingiusto il licenziamento di Giovanni Bucci D'Orsogna, dipendente della Sasi (Società per il servizio idrico integrato), cacciato dall'azienda dell'acqua nell'autunno del 2013. 
Fu licenziato dopo aver diffuso, in veste di sindacalista della Femca Cisl Chieti, un comunicato stampa in cui denunciava come l'azienda sperperasse i soldi pubblici. Nella nota si evidenziava che il consiglio d'amministrazione della Sasi era intenzionato ad "approvare la nuova pianta organica, con i nuovi inquadramenti e attribuzione di livelli al personale", con un aggravio di spese annuali di 300 mila euro e "senza prima averla sottoposta a consultazione delle Rsu, come da contratto nazionale di lavoro". Poi si era soffermato sulle tante spese superflue, da eliminare, riguardanti sia immobili che personale impiegato male.


Il Tribunale di Lanciano aveva ritenuto fondato il duplice licenziamento operato dalla Sasi, presieduta da Domenico Scutti. "Invece - spiega D'Orsogna, soddisfatto del risultato - la Corte d'Appello in accoglimento del ricorso proposto dall'avvocato Pierpaolo Andreoni, ha ritenuto che vi fosse sproporzione tra le infrazioni contestate, esercitate nell'ambito del diritto di critica anche sindacale, e il provvedimento di licenziamento". Che è stato dichiarato illegittimo non essendo sorretto da "giusta causa". "Si tratta - viene spiegato - di un importante precedente giurisprudenziale nella complessa materia della riforma del lavoro, iniziata con la cosiddetta Riforma Fornero e proseguita con il Jobs Act".


La Sasi è stata condannata a pagare a Bucci D'Orsogna "una iondennità risarcitoria nella misura di diciotto mensilità dell'ultima retribuzione globale, oltreagli interessi legali e alla rivalutazione monetaria". Dovrà inoltre anche restituire "alla parte reclamante" le spese del grado", oltre ad una parte di quelle generali.  (Se.Gian.)

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