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Scendono lacrime sui visi dei ragazzi. E si aprono sorrisi su quegli stessi volti. Fra ricordi e musiche, fra testimonianze e silenzi. E' il giorno di Erika Mergiotti. L’Erika dei banchi di scuola, l’Erika della 2 F che non c’è più. Un male inguaribile l’ha stroncata lo scorso anno (23 ottobre) ma lei è ancora lì tra le mura di quell’edificio, tra i banchi dei suoi compagni di classe. La scuola media Giuseppe Mazzini di Lanciano, supportata dalla testimonianza amorevole dei genitori di Erika, papà Nando e mamma Manuela con la sorella di Erika Alessandra, non lascia cadere nell’oblio la vita di Erika. Ne onora la memoria con la borsa di studio “Anche gli angeli amano disegnare”. E' la serata della premiazione. Al centro c’è l’arte del disegno, perché lei, la ragazzina Erika, il disegno lo aveva nel cuore e sognava il mondo attraverso il disegno.

Sono presenti tanti ragazzi nell’aula magna (foto): i suoi amici di classe (oggi 3 F), e tanti altri studenti, magari anche solo chi ha incrociato, fra i corridoi, quello sguardo che proiettava aspirazioni e desideri mischiati alla sofferenza per una malattia che la “circondava” da anni. E poi genitori e insegnanti. Soprattutto, fra le testimonianze toccanti, la sua insegnante dei 5 anni di scuola primaria: “A lei ho insegnato a leggere e scrivere, ma lei mi ha insegnato la vita…”. I ragazzi della 3 F si impegnano per un anno:  “Cosa facciamo Erika?”. Per lei suonano e cantano “Imagine” di John Lennon e “Hallelujah” di Leonard Cohen. Ne raccontano gli episodi curiosi in classe: “Grazie a voi oggi ho scoperto una Erika che non ancora conoscevo”, sorridendo, confessa mamma Manuela davanti la platea.

La borsa di studio ha come tema il disegno. Lo scorso anno gli studenti delle classi seconde gettano la loro arte, fantasia e ideali, il loro cuore dentro un foglio per raccontare la vita: “Il nostro obiettivo è stato preciso, far capire che, attraverso Erika, saper disegnare è un talento da coltivare” hanno detto la coordinatrice della commissione (nonché insegnante di Erika) Monia Di Leandro e la dirigente dell’Istituto Mirella Spinelli.
La commissione esaminatrice (oltre alle citate Di Leandro e Spinelli è composta anche dall’insegnante Luciana Di Lorenzo e per i genitori da Massimo Valtieri) premia con un diploma i migliori 3 disegni (“avremmo voluto premiare tutti ex aequo per l’impegno e la profondità riscontrate” ha sottolineato La Di Lorenzo) valutando la competenza tecnica, comunicativa, l’originalità del disegno e infine l’espressività.
Vincitrice risulta Caterina Iezzi (3 G) con “La Fanciulla rannicchiata” (vedi foto): una ragazzina che nei suoi problemi è dentro una luna così come sono i ragazzi dell’età di Erika. Problemi e sogni che si mischiano. Seconda classificata è Serena Staniscia (3 B) con il suo “I grattacieli prepotenti verso il sole”, linee geometriche verso il sole, puntando l’infinito della vita. Giorgia Taraborrelli (3 E) è stata la terza classificata con il “Paesaggio bucolico”.

Prende la parola la madre di Erika, Manuela. Scende una serenità nell’aula magna. Racconta di una figlia che per 8 anni ha lottato contro il male: “Vorrei, cari ragazzi, che fosse ricordata nei vostri cuori per la sua forza e il suo sorriso. Ragazzi, se avete dei momenti di difficoltà pensate a lei e al suo coraggio!!!”. Lei e le insegnanti premiano i vincitori e i partecipanti. Gli amici di classe di Erika piangono. Commozione. E tanta serenità, quella serenità che ha consentito agli stessi ragazzi di tratteggiare le gesta, ad alta voce, della loro amica, quegli amici che dallo scorso anno hanno scoperto il vuoto di un banco in classe: Erika “era quella che la mattina ci faceva trovare splendidi disegni alla lavagna e si arrabbiava con i maschi perché glieli cancellavano”,  “era quella che durante l’ora di arte passeggiava per la classe e distrattamente versava l’acqua colorata sui banchi facendo arrabbiare la Corona (sua insegnante – ndr)”, “era quella che durante l’ora della Di Leandro si tingeva le unghie con gli evidenziatori senza che la prof se ne accorgesse”, infine “era quella che disegnava ma non credeva che i suoi disegni fossero un sogno”. Ed è così che oggi attraverso i suoi amici il sogno di Erika è diventato realtà. 30 ottobre ‘17

Alessandro Di Matteo

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