Nonostante l’impianto di stoccaggio a Montalfano di Cupello (Ch), uno dei più grandi d’Europa, sia stato già ufficialmente classificato “a rischio di incidente rilevante”, sia dal legislatore europeo (direttiva Seveso Ter) che da quello italiano (decreto legislativo 105/2015), il progetto per il suo ampliamento sembra non conoscere freni. Le perplessità avanzate dall’associazione Forum H2O Abruzzo, in merito all’estensione di questo impianto, sono molteplici e nascondo innanzitutto dalla “totale assenza di partecipazione” dei cittadini alla scrittura del Piano di emergenza esterno. “Dov'è la documentazione? Dove sono le esercitazioni? Che informazione è stata data alla popolazione?” “Abbiamo controllato fino a ieri sera - dichiara l’associazione, che fa capo ad Augusto De Sanctis, - e sul sito web del Comune di Cupello e della Prefettura di Chieti, competente per legge per l'adozione del Piano, non vi è traccia di un documento fondamentale per la sicurezza dei cittadini”. 

Ciò che appare più grave, secondo gli ambientalisti, non è solo la mancanza di trasparenza da parte delle pubbliche amministrazioni ma, anche il fatto che si voglia utilizzare questo sito di stoccaggio per la realizzazione di diversi progetti, che prevedono sia l’immagazzinamento del gas in sovra-pressione al 110% rispetto alla pressione originaria del giacimento, sia la perforazione di ulteriori quattro pozzi per aumentare la capacità complessiva di stoccaggio (400 di milioni di metri cubi standard di gas). Il ministero dell’Ambiente, interrogato sulla sicurezza degli impianti dalla confinante Regione Molise, che ha espresso forti perplessità in ragione del rischio sismico del territorio, “si rifugia - dice il Forum Acqua Abruzzo - in una mera questione formalistica sui confini amministrativi, sostenendo che i pozzi del lato molisano dello stoccaggio non saranno coinvolti, come se un terremoto indotto in Abruzzo si fermasse al confine”. Tuttavia, secondo il Forum, i problemi per la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente non sono finiti qui: è, infatti, al vaglio della procedura di Via nazionale il rifacimento del gasdotto di San Salvo – Biccari, collegato all’hub del gas di Cupello, “presentato come un semplice rifacimento ma che in realtà nasconde il potenziamento della condotta che passerà da 50 centimetri di diametro a 65 centimetri e da 64 Bar di pressione di esercizio a 75 Bar”. 

Immediata la risposta di Snam, che assicura: “la centrale di Fiume Treste è un impianto sicuro e a basse emissioni, al pari di tutti gli altri siti di stoccaggio italiani”. E spiega: “L’attività di stoccaggio prevede il riutilizzo dei giacimenti esauriti, situati a 1.000-1.700 metri di profondità e consente di conservare il gas naturale nelle originarie condizioni di sicurezza in cui la natura lo ha custodito per milioni di anni, mantenendo inalterato lo stato dei luoghi e assicurando la salvaguardia dell’ambiente”. Inoltre, sui rischi paventati dagli ambientalisti sul gasdotto interrato Rete Adriatica e la centrale di Sulmona, la società minimizza: “Ribadiamo non ci sono rischi per la salute e la sicurezza dei cittadini né problematiche relative alla sismicità". Tuttavia, restano senza risposta le accuse mosse dagli ambientalisti sulla reale utilità di progetti volti ad immagazzinare quantità sempre maggiori di gas, considerando che, sia Europa, che in Italia, “il consumo di metano è in netto calo rispetto al picco del 2005 e la rete esistente è già oggi sovradimensionata. Per queste ragioni anche da Montalfano tanti cittadini raggiungeranno Sulmona (Aq) per partecipare alla manifestazione il 21 aprile, iniziando da loro marcia dinanzi ai cancelli dello stoccaggio gas "Treste" (Stogit) di Cupello, “proprio per evidenziare che queste opere sono collegate tra di loro e che i cambiamenti climatici in atto richiedono politiche totalmente diverse fondate su risparmio, efficienza, tecnologie e rinnovabili”.
06 aprile 2018

Alessandra Rambaldi

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