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L'Aquila - L’Aquila s’è desta. Ci sono voluti 7 lunghi anni ma, per la prima volta dopo il terremoto del 2009, la città ha risposto all’appello dei familiari delle vittime in occasione della manifestazione “Tutti convocati”, tenuta nei gioni scorsi al Parco del Castello. L’Aquila lancia la propria controffensiva all’operazione mediatica attuata da Guido Bertolaso, con una “scossa di vita” improvvisa quanto inattesa: numerosissime le adesioni alla petizione che lunedì verrà recapitata all’ex capo dipartimento di Protezione civile e in cui è un’intera città a chiedere che Bertolaso si lasci processare, rinunciando all’imminente prescrizione di un processo, quello relativo alla riunione del 31 marzo 2009 della commissione Grandi Rischi, che lo vede imputato per omicidio colposo plurimo e lesioni. 
E che tale rinuncia venga effettuata formalmente entro il 6 aprile, data della ricorrenza del terremoto che causò la morte di 309 persone.

Che la magistratura faccia il proprio corso nell’accertare eventuali responsabilità: questo si chiede a L'Aquila. E' un coro di migliaia di voci a volerlo, tra cui moltissimi giovani  stretti in un sonoro abbraccio ai familiari. Ed è dai giovani innanzitutto che viene mossa una richiesta di trasparenza e di giustizia. Particolare supporto è stato garantito dai Red Blue Eagles, con  piena disponibilità ad appoggiare le iniziative avviate dai parenti delle persone decedute quella notte. Iniziative che finalmente sembra si sia compreso riguardare un’intera popolazione, non solo chi è stato colpito dalla perdita dei propri cari. Anche il sindaco Massimo Cialente, per la prima volta, interviene a rafforzare le istanze dei familiari: richiesta a Bertolaso la rinuncia alla candidatura come sindaco di Roma, oltre la rinuncia alla prescrizione.

Sarà possibile firmare l’appello rivolto a Guido Bertolaso anche nelle giornate di oggi, sabato 2 aprile,  e domani domenica 3 aprile , dalle ore 16.30 alle ore 20.30, in un piccolo banchetto allestito nei pressi della Fontana Luminosa, segnalato da alcune magliette bianche appese ai muri di un contiguo palazzo, caratterizzate da alcune scritte in memoria di chi ha perso la vita perché 
“ RASSICURATO “.

“Stare qui seduti in questo banchetto, per noi familiari delle vittime, rappresenta un appello indirizzato all’intera cittadinanza su una necessità forte, per cui chiediamo che venga fatto il processo a Bertolaso a rischio molto concreto di prescrizione – dichiara ad Abruzzo Live Tv , Antonietta Centofanti, rappresentante del Comitato Familiari Vittime della Casa dello Studente, che durante il terremoto ha perso il proprio nipote -. Chiediamo a Guido Bertolaso - aggiunge- di sottoporsi al giudizio della magistratura : se è tranquillo come sostiene, non capiamo perché non si riesca ad averlo in un’aula di tribunale né a fargli pervenire una citazione per il processo civile. Vive al quartiere Parioli in un’abitazione sprovvista di campanello, è visibile all’intero Paese con presenze in tutte le reti televisive pubbliche e private, ma non è rintracciabile da un messo giudiziario che gli consegni una convocazione affinché si presenti in tribunale. Ci sembra una contraddizione enorme, una grave mancanza di rispetto per la città e nei confronti dei nostri morti. Si faccia processare come un qualsiasi comune mortale”.

“Che vi sia una risposta massiccia della città per noi è importante, perché è un baluardo contro la solitudine - continua la Centofanti - . Certe battaglie le abbiamo iniziate da soli, abbiamo avuto in alcuni momenti molte persone al nostro fianco. Poi capiamo che la vita va avanti per tutti. Anche per noi va avanti, ma a fatica. La solidarietà della città sarebbe per noi di grande conforto. Sarebbe inoltre un grande segnale di civiltà, perché ciò che è accaduto riguarda tutti e questi sono i morti di tutti”.

E per la prima volta anche la proclamazione del lutto cittadino per l’intera giornata del 6 aprile, sancita da un’ordinanza sindacale, non ha ancora scatenato divisioni tra i cittadini. Il documento dispone “l’esposizione delle bandiere, negli edifici pubblici, listate a lutto, per non dimenticare – come si legge nel testo del documento – e per contrassegnare quanto è ancora vivo e presente in ciascuno il dolore per le tante vite cadute sotto le macerie del sisma”.
Esplicito il veto delle attività ludiche e ricreative in contrasto con il carattere luttuoso della ricorrenza, nelle vie e nelle piazze del luogo di svolgimento delle iniziative programmate dall’amministrazione comunale. In segno di lutto e in ricordo delle vittime del sisma, gli esercizi commerciali e i locali pubblici resteranno chiusi dalle 9.30 alle 11.30 del 6 aprile.
Attraverso l’ordinanza il sindaco invita inoltre tutti i cittadini e le organizzazioni sociali, culturali e produttive, nonché le altre pubbliche amministrazioni, a partecipare alle iniziative promosse dal Comune, nonché ad esprimere, in forme da decidersi autonomamente, la propria partecipazione in ricordo delle vittime. Un invito particolare è rivolto ai dirigenti scolastici, affinché promuovano iniziative di riflessione “per non dimenticare negli istituti di istruzione di ogni ordine e grado”.
La polizia municipale  presiederà agli eventi programmati in alta uniforme, scortando il gonfalone comunale sui luoghi di svolgimento degli stessi. 02 aprile 2016



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