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L'Aquila - Vino, grani antichi, piante da frutto tipiche, legumi, ortaggi, verdure, miele, olio, formaggi, salumi, marmellate, spezie : nutrire L’Aquila oggi è possibile grazie al Mercato Contadino, inaugurato in una struttura di circa 200 metri quadri nei pressi della stazione ferroviaria, realizzata grazie alla raccolta fondi a cura della Confederazione Italiana Agricoltori e di Slow Food Italia, per un costo di oltre 400 mila euro.

Obiettivo principale di un mercato contadino è riuscire a coniugare produzioni locali che non sono imitabili in altri posti da processi industriali, garantendo il giusto riconoscimento economico agli agricoltori troppo spesso penalizzati dalla grande distribuzione, con l’attivazione di un modello di sviluppo che possa sollecitare una trasmissione dell’esperienza e la propensione al consumo del “cibo di prossimità”, come strumento per migliorare la qualità della vita.

Il punto vendita si configura come una vera e propria piattaforma produttiva in grado di mettere in rete differenti realtà: sarà possibile rifornire anche le mense scolastiche e  gli abitanti delle New Town dislocati a grandi distanze dal centro, che  potranno prenotare consegne a domicilio grazie al trasporto garantito da un furgoncino acquistato con il contributo del GAL Gran Sasso Velino. L’inaugurazione ha ospitato degustazioni e iniziative fino a ieri sera, evidenziando sin da principio le potenzialità di un polo aggregatore attorno a peculiarità enogastronomiche.

Manuela Castellani, titolare dell’ azienda vitivinicola CastelSimoni con sede a Cese di Preturo, ci racconta come abbia rinunciato al precedente lavoro per dedicarsi a pieno a questa attività : “Lavoravo in una multinazionale farmaceutica in cui mi occupavo di farmaci per l’oncologia, ma ho deciso di dare le dimissioni per concentrarmi su questa azienda di famiglia.Mio marito deve continuare a lavorare perché solo con questa attività ancora non riusciamo a vivere. Ma iniziamo ad essere presenti sia nel mercato romano che in Toscana, dove numerosi esperti si sono accorti delle nostre produzioni a qualità elevata e prezzi competitivi: una bottiglia può variare tra gli 11 e i 14 euro per un Pinot Nero, vino difficilissimo da produrre. I nostri vigneti sono tipici di zone come l’Alto Adige, la Germania, la Francia: prediligono zone fresche di montagna, perché hanno la caratteristica di avere una maturazione precoce. Per cui a settembre la vendemmia è già conclusa, rispetto a un Montepulciano che viene lavorato ad Ottobre. Il vigneto della nostra azienda è piantato a Cese di Preturo su un terreno a forte pendenza, senza ristagno di acqua ed umidità che vorrebbe dire vigne malate e necessità di trattamenti. Quando mi chiedono se lavoriamo biologico, rispondo che è la natura stessa che ci obbliga e che lo fa per noi a 800 m di altezza. La nostra rappresenta anche una sfida alla mentalità aquilana spesso ignorante circa le potenzialità dei prodotti locali”.


Molto affollata la presentazione pomeridiana del  progetto di riqualificazione di tratturi e cammini ( oltre 500 km nella sola provincia aquilana) coordinato dal GAL Gran Sasso- velino e da Alessio Di Giulio per ILEX ( Italian Landscape Exploration), durante la quale sono state distribuite gratuitamente le guide cartacee riguardanti i Regi Tratturi: il Tratturo Magno, il Regio Tratturo Cinturelli-Montesecco, il Regio Tratturo Celano-Foggia; e i Cammini Storici di Celestino V, di San Francesco e della Valle degli Eremi.

“Nel  percorso di raccolta dati, abbiamo applicato la valutazione di impatto sociale – spiega  Angelo Jonas Imperiale,  ricercatore presso l’Università di Groningen e collaboratore del progetto (nella foto a destra) –. Ogni intervento sul territorio ha degli impatti, benefici e conseguenze sociali sulle comunità, che sono valutabili e gestibili attraverso quattro fasi fondamentali: capire, riconoscere, coinvolgere, rafforzare. La nostra analisi ha visualizzato alcuni punti di debolezza del territorio: lo spopolamento e il declino sociodemografico, con un tasso di decrescita che raggiunge anche il 32% in alcuni borghi di montagna; una frammentazione sociale molto evidente e la mancanza di cooperazione tra le associazioni locali e i Comuni che non riescono a coordinarsi nelle varie attività; un forte distacco tra la città dell’Aquila e il resto del territorio; generale sfiducia nei progetti di sviluppo futuri dovuta a interventi  passati, per cui sono stati spesi inutilmente soldi , condannandoli poi all'abbandono. Abbiamo un patrimonio culturale e naturale importante dalle grosse potenzialità, che negli ultimi 20 anni ha subito un processo di degrado nel disinteresse totale. Con il nostro lavoro, abbiamo individuato e coinvolto soggetti già presenti e attivi sul territorio, abbiamo spiegato loro ciò che saremmo andati a fare e abbiamo chiesto di comunicarci quali problemi stessero vivendo concretamente, coinvolgendoli sin da principio nella fase esecutiva del progetto".
 

Presente all'evento anche Gaetano Pascale, Presidente Slowfood Italia: “Il mercato contadino rappresenta una grande idea in piccolo, frutto di tanta tenacia nel portare avanti un’iniziativa che non doveva essere solo di solidarietà per il terremoto, ma in grado di assicurare una prospettiva alle persone che restano a vivere in questo territorio. Un’idea antica ma tanto attuale, in un momento in cui si parla molto di accorciare le filiere. Oggi abbiamo l’esigenza di raccontare e iniziare a costruire modelli alimentari alternativi a quelli che ci sono stati imposti. Non ha più senso far viaggiare le merci , in particolare quelle alimentari, da un lato all’altro del pianeta. Il cibo di prossimità, a chilometro zero, deve costituire un orizzonte per chi fa la spesa tutti i giorni".  17 aprile '16


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