Il comitato popolare ‘No inceneritore in Val di Sangro’, Wwf Zona Frentana e l’associazione ‘Noimessidaparte’ diffidano la commissione di valutazione di impatto ambientale della Regione Abruzzo a causa della nuova disponibilità da parte della stessa di assecondare la ditta Marcantonio sas, di prorogare i termini per la valutazione di progetto dell’inceneritore.

Due anni fa la ditta Marcantonio presenta il contestato progetto dell'inceneritore, che vuole realizzare tra i comuni di Lanciano e Sant’Eusanio del Sangro. Impianto legato alla ‘pirogassificazione’, una tecnica che permette di ottenere energia elettrica e termica partendo dalle biomasse. Il progetto prevede di lavorare oltre 33000 tonnellate di rifiuti l’anno, tra cui plastiche e rifiuti industriali attraverso l’utilizzo di un inceneritore.
Scaduti i termini di integrazione della proposta, il 30 maggio scorso, il responsabile del servizio Via intima all’azienda proponente di integrare i documenti necessari, pena l’archiviazione, entro trenta giorni.
La risposta dell’azienda arriva il 4 luglio, ben oltre il termine imposto, con una richiesta di sospensione del procedimento fino al 31 dicembre 2017.
Il giorno dopo gli stessi dirigenti che avevano predisposto il termine dei trenta giorni, non accolgono la richiesta di sospensione fino a fine anno, in virtù dell’enorme tempo già concesso, ma concedono altri novanta giorni di proroga.
La normativa, però, è molto chiara: alla scadenza dei termini stabiliti, non dovevano esser concesse ulteriori proroghe.
Scatta così la diffida nei confronti della commissione Via Abruzzo.

"È su questo solco - scrivono le tre associazioni -  che diffidiamo la commissione Via a concedere ulteriori proroghe e invitiamo la stessa ad archiviare definitivamente il suddetto progetto, tanto più che la giurisprudenza non lascia spazio a sospensioni sine die, motivate da qualsivoglia esigenza estranea al paradigma normativo che regola l’attività amministrativa. Come già evidenziato nelle osservazioni inviate nell’ambito della procedura di valutazione – si legge nel comunicato - oltre agli impatti ambientali ineludibili, il recupero energetico è una strada obsoleta. L’innovazione tecnologica ha di fatto reso il recupero di materia assai più vantaggioso con ottime ricadute sugli aspetti ambientali e occupazionali. La Regione Abruzzo – sottolineano comitati e associazioni - ha bisogno di impianti che siano di supporto alla raccolta differenziata, in modo particolare impianti di compostaggio e di recupero di materia. Così facendo il rifiuto diventa una risorsa e non un problema per l’ambiente e la salute”.

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