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L'Abruzzo nella morsa del fuoco. E a Pescara, in piazza Sacro Cuore, in un sit in, gli ambientalisti pongono l'accento sulle emergenze di questi giorni, sul disastro che si sta consumando da 14 giorni sul Monte Morrone che, da un fronte all'altro, brucia ininterrottamente. Migliaia di ettari inceneriti. Una catastrofe a livello paesaggistico ed ambientale, tanto che la Regione ha dichiarato lo stato di emergenza. La giunta presieduta da Luciano D'Alfonso ha infatti approvato la delibera per la richiesta dello stato di emergenza da formalizzare al Governo per "eccezionali incendi boschivi che hanno interessato gran parte del territorio". Gli incendi di medie e grandi dimensioni sono circa 200, e hanno interessato la Marsica, la Valle Peligna e l'Area Vestina, nonché alcune zone di pregio naturalistico del Parco nazionale della Majella, del Parco nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga e del Parco regionale Velino-Sirente, dove sono stati percorsi dal fuoco complessivamente 5.000 ettari di terreno, di cui il 60% ha riguardato aree boschive nelle quali sono morti anche animali tutelati. Sganciati un milione di litri d'acqua al giorno. Attualmente, in base agli ultimi dati forniti dalla Sala operativa regionale dei Vigili del fuoco, sono ancora attivi incendi nelle zone di Sulmona-Morrone (430 ettari), Pacentro-Passo San Leonardo (400 ettari), Secinaro (30 ettari), Prezza-Goriano Sicoli-Raiano (50 ettari), Tagliacozzo (400 ettari), Carsoli-Poggio Cinolfo (30 ettari), Luco dei Marsi (40 ettari), Santa Marie e Campli.

Al sit in presenti anche animalisti, scout e tanti cittadini. "Una emergenza senza fine - attacca il presidente regionale del Wwf, Luciano Di Tizio - che ci auguriamo possa davvero non ripetersi più nei prossimi anni. E' questo che i cittadini chiedono. Che non accada più. Chiediamo alla Regione di dotarsi di una struttura antincendio seria, eliminando gli interessi economici legati alla ricostruzione naturale; inoltre che si faccia chiarezza e che si restituisca, attraverso un piano ben preciso, ai Parchi la possibilità di fare prevenzione attraverso volontari che controllino il territorio. Questo non si è fatto più per risparmiare pochi soldi. Siamo qui per riappropriarci del territorio -  sottolinea ancora Di Tizio. - Alle forze dell'ordine e alla magistratura chiediamo di centuplicare l'impegno perché è necessario fare di più e bisogna arrivare a scovare i delinquenti. Vogliamo che la montagna torni a essere un luogo importante, naturale e incontaminato". 

"Quello che è successo in questa estate - spiega Il presidente regionale di Legambiente, Giuseppe Di Marco - ha rimarcato la difficoltà che il nostro Paese ha nel rispondere alle emergenze e questo perché manca la prevenzione. E' troppo semplice la scelta di tagliare fondi sulla prevenzione nell'intento di risparmiare e poi questi disastri ci dimostrano che le spese si moltiplicano in modo esponenziale. Oggi - ha detto Di Marco - stiamo cercando di fare una prima analisi di quello che è accaduto e che presenta forti criticità. E' evidente anche che la riforma Madia non ha funzionato, e con il passaggio della Forestale nell'Arma dei carabinieri, non si è riusciti a garantire la conoscenza del territorio nell'antincendio boschivo che aveva la Forestale, e allora dobbiamo capire cosa c'è da fare perché non è possibile che la regione verde d'Europa abbia perso un così grande patrimonio boschivo".
 Il vicepresidente del Wwf Italia, Dante Caserta, evidenzia che "la macchina antincendio non ha funzionato né in fase previdenziale né in fase di spegnimento". 

"Il danno subito dall'Abruzzo travalica anche l'aggettivo eccezionale e quindi va fronteggiato oggi, così come ieri, con mezzi straordinari. Abbiamo quindi richiesto il riconoscimento dello stato di emergenza e nell'ambito di questa richiesta abbiamo intanto inserito i primi dati sui danni subiti", spiega invece il sottosegretario alla Giunta regionale con delega alla Protezione civile, Mario Mazzocca, parlando della richiesta dello Stato di emergenza. "Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane - aggiunge - andrà fatto un approfondimento di quello che accaduto sia per quanto attiene ai macro dati, ovvero superficie percorsa dal fuoco e aree boscate, sia per quanto invece attiene il discorso relativo alle aree boscate pregiate, quelle incluse nelle aree protette nazionali, quali quelle della Majella e del Gran Sasso, e quelle regionali come il Monte Genzana e i Calanchi di Atri (Teramo). Oggi - prosegue Mazzocca - non è ancora possibile fare una prima stima dei danni perché intanto la situazione emergenziale non è ancora del tutto conclusa, e poi perché evidentemente bisogna valutare bene quello che è accaduto. Voglio ricordare che in Abruzzo non pioveva da 89 giorni e credo che questo abbia alimentato, oltre che alla mano di criminali, anche delle situazioni non prevedibili". Mazzocca annunciato anche la realizzazione di un dossier dettagliato che mercoledì prossimo verrà consegnato direttamente al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. 

In piazza anche una rappresentanza dei vigili del fuoco. "La nostra presenza qui- spiega Romeo Panzone, comandante provinciale dei vigili del fuoco di Teramo - è ovviamente istituzionale perché si parla di un problema, direi eccezionale, che ci vede ancora impegnati soprattutto nell'aquilano. Siamo qui anche per sensibilizzare la cittadinanza affinché prevalga la prevenzione. La risposta del soccorso deve essere sempre immediata come è sempre stata, e in questi casi - conclude il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Teramo - è meglio un falso allarme, che un allarme mancato". 02 settembre 2017

Redazione Pescara

Le immagini del sit in a Pescara. Cliccare su foto per ingrandire
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