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"Non corrisponde al vero che la Regione Abruzzo non si è attivata per prevenire gli incendi boschivi estivi. Fin dai primi di maggio è stato istituito un tavolo tecnico con i vigili del fuoco e nei prossimi giorni sarà firmata la convenzione definitiva, così da garantire il servizio a partire dal primo luglio".

A specificarlo, lo scorso 26 giugno, era stato il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, dopo che l'allora capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio aveva lanciato l'allarme: Basilicata, Molise, Abruzzo, Marche e Umbria non hanno a disposizione alcun mezzo aereo per intervenire in caso di roghi particolarmente impegnativi. Questo l'allarme.

Il "disegno criminale", come lo ha definito il procuratore capo di Sulmona Giuseppe Bellelli, ora legherebbe con un filo rosso tutti gli incendi che continuano a flagellare l'Abruzzo, con migliaia di ettari di boschi protetti inceneriti e animali arsi. Sette le inchieste aperte negli ultimi 10 giorni, ora riunite in un unico fascicolo.  “Stiamo cercando le tracce e gli elementi utili a ricostruire le cause di questo incendio – fa presente il magistrato - . Si tratta di reati gravi, come incendio boschivo doloso e forse anche il disastro ambientale, questo lo valuteremo. Di certo faremo quanto è nelle nostre possibilità per assicurare alla giustizia i responsabili”. Tanti gli inneschi ritrovati.

E quando sembrava non potesse mai succedere nulla di così catastrofico, D'Alfonso immaginava una Regione dai potenti mezzi:
"Fino al 3 settembre prossimo, in ogni provincia sarà insediata una squadra speciale dei vigili del fuoco dedicata al contrasto agli incendi boschivi, che sarà affiancata da due squadre di spegnimento con veicolo leggero nei distaccamenti di Avezzano e Popoli. In Abruzzo poi - continuava D'Alfonso - possiamo contare su una eccezionale rete di organizzazioni di volontariato, già convenzionate con la Regione e che dispongono di personale specificamente formato. Una task force dotata di 55 pick up con moduli antincendio, 4 elfo, autobotti e altri mezzi antincendio".

In caso di episodi di particolare gravità, infine, entrerà in azione la flotta aerea nazionale, composta da 14 canadair dei vigili del fuoco, 7 elicotteri dei vigili del fuoco, 2 della Marina militare e 2 dell'Esercito, che garantiscono l'intervento su tutto il territorio italiano. "Parlare dunque di scarsa attenzione da parte da nostra - concludeva il presidente - mi pare quanto meno ingeneroso". 

Ma che, oltre all'imprevedibile ed impensabile perversità e follia umana che ha deciso di bruciare l'Abruzzo, sarebbe stato un anno "particolare" Curcio l'aveva detto senza girarci troppo attorno: "Dal primo gennaio 2017, infatti, il Corpo forestale dello Stato è stato soppresso per essere accorpato nell'Arma dei carabinieri. Dobbiamo fare i conti con una profonda riorganizzazione a tutti i livelli dell'utilizzo delle risorse, delle procedure e della filiera delle responsabilità, è vero. Ma non possiamo permetterci - aveva rincarato - di sottovalutare il rischio degli incendi boschivi soprattutto con queste temperature così elevate".

Eppure oggi è lo stesso presidente, che non manca di aggiornare i bollettini, a parlare di "quattro canadair impegnati insieme all’elicottero Erikson nel tentativo di spegnere i roghi che da più di una settimana stanno devastando il monte Morrone. L’entità e la vastità delle aree boschive interessate dagli incendi che da oltre sette giorni non riescono ad essere domati dall’intervento congiunto dei due canadair e dell’elicottero Erikson ha reso necessario l’ausilio di ulteriori mezzi aerei che sono stati inviati dal governo francese. Ai due canadair della Protezione civile italiana si sono quindi aggiunti due canadair francesi". Altro che 4 autobotti. 

 “L'Abruzzo – affermano il movimento Nuovo Senso Civico e la Stazione ornitologica abruzzese, che sulla questione hanno inviato esposti a diverse Procure – già lo scorso inverno ha dovuto patire le conseguenze disastrose della mancanza/scarsa manutenzione di mezzi adeguati, con il triste tributo di vite. Siamo rimasti esterrefatti, poi, nei mesi scorsi, quando l'allora capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha stigmatizzato il fatto che la regione Abruzzo, insieme ad altre cinque regioni, è priva di un proprio supporto aereo per lo spegnimento di incendi. Ora siamo in affanno e l'emergenza è proprio il fuoco. Da un lato i criminali, dall'altro la mediocre organizzazione”. “Gravi i ritardi i con i quali sono iniziate le operazioni e sicuramente sottostimata la portata dell'evento – attacca invece Sinistra italiana - . Nel caso specifico ci chiediamo come sia possibile che per un'area parco, quale quella colpita, non sia stata attivata nessuna forma di prevenzione, monitoraggio e vigilanza. Grave la responsabilità della Regione Abruzzo che, pur sollecitata per tempo, non ha adottato alcun provvedimento ed altrettanto grave la responsabilità dei vertici del Parco Majella”. 

30 ago. '17

Azzurra Caldi

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