"Se l’Abruzzo non morirà sfiatato dai rincari lo farà per l’olezzo dell’immondizia". Lo dicono i rappresentanti di Noi Con Salvini, in una giornata in cui il pattume di Roma domina la scena politica nazionale e regionale. Perché l’emergenza rifiuti della capitale, con montagne di spazzatura che svettano sulle strade, coinvolge, anzi travolge, anche l'Abruzzo che dovrebbe, per l'ennesima volta, correre in soccorso alla "città eterna" seppellita dalla spazzatura. Dovrebbe, al posto dell’Emilia Romagna. Dovrebbe... perché il condizionale è d'obbligo. "Vogliamo che venga riconosciuta l’emergenza e che ci dicano per quanto tempo dovremmo fornire ulteriore aiuto – dice infatti il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso -. Il sindaco Raggi ammetta i suoi errori. Stiamo parlando della capitale, serve una condotta istituzionale. Se c’è un problema, non va ridimensionato. Finora abbiamo avuti contatti solo con l’Ama, ma dal versante politico non si è fatto sentire nessuno. Chiederemo al Campidoglio di spedirci un report sulla situazione dell’immondizia. Anche perché – ricorda – l’Abruzzo già da tempo accoglie i rifiuti di Roma. Se dovessimo intervenire di nuovo si tratterebbe di una quota aggiuntiva, che andrebbe adeguatamente motivata". Sulla stessa scia il sottosegretario alla presidenza della Regione Abruzzo, Mario Mazzocca.

In effetti l'Abruzzo da tempo smaltisce i rifiuti di Roma, anche con guadagni, per il pubblico e per il privato. In sostanza, è un affare. "L'accordo con la Regione Abruzzo il Lazio lo ha siglato il 16 ottobre 2014, valido per un anno. Poi rinnovato annualmente il 16 ottobre 2015 e pure nel 2016 e 2017. Da più di tre anni Roma chiede alla Regione Lazio di accordarsi con l'Abruzzo per conferire rifiuti romani in quella, generosa e solidale regione ed il Lazio ha sempre siglato gli accordi necessari", conferma l'assessore all'Ambiente della Regione Lazio, Mauro Buschini. "Il 22 ottobre scorso Roma - prosegue - ha chiesto alla Regione Lazio di concordare con l'Abruzzo maggiori quantità di rifiuti romani. Richiesta da noi inoltrata e in attesa di risposta. Falso e insopportabile essere, ora, accusati di inerzia quando, proprio grazie alla nostra azione mediatrice, Roma ha esportato in Abruzzo, in tre anni, oltre 100.000 tonnellate di rifiuti romani". 

"Il nostro territorio rischia di soffocare schiacciato dalla morsa dei rincari autostradali, luce, gas e dall’ultima novità dei rifiuti", tuona dalla Lega-NcS Abruzzo, Giuseppe Bellachioma. Tre gli impianti in Abruzzo che hanno disponibilità: sono Cogesa (Sulmona) e Aciam (Avezzano) e poi c'è quello della Deco di contrada Casoni a Chieti. "L’Abruzzo e l’Aquilano diventeranno la pattumiera della capitale". 

"Il governo regionale a guida D’Alfonso faccia immediatamente piena luce e soprattutto dica tutta la verità su quantità, qualità, tipologia, sulla collocazione e sulla lavorazione dei rifiuti che la nostra Regione si accinge ad accogliere da Roma per destinarli nei vari centri di stoccaggio – commenta in merito il consigliere regionale di Forza Italia, Mauro Febbo –. Non vorrei che l’incapacità amministrativa dei Cinque ​S​telle si trasformasse in occasione ghiotta di business selvaggio e incontrollato a discapito dei nostri impianti e del nostro Piano rifiuti. All’indomani dell’approvazione in Consiglio regionale del nuovo Piano Rifiuti, a metà dicembre scorso, avevo già lanciato l’allarme sull’enorme e ingiustificata quantità di rifiuti che l’Abruzzo si accingeva ad accogliere dalla città di Roma, con il silenzio assenso del Movimento 5 S​telle locale (e quello ancora più “complice” dei cosiddetti ambientalisti !!!) mentre il delegato alle Politiche ambientali, il sottosegretario Mario Mazzocca, aveva liquidato il mio intervento come ‘chiacchiere da bar”. Ricordo che il sottosegretario aveva presentato un emendamento fuori sacco (cioè non discusso in Commissione) con il quale si triplica le capacità delle discariche – sic !!! – prorogando di 6 mesi ma con aumento da 180 a ben 300 tonnellate​ giornaliere il conferimento della “munnezza” della Raggi. Invece, oggi, improvvisamente lo stesso Mazzoca riconosce la problematica che ruota intorno alla vicenda dei rifiuti provenienti da Roma quale grave problema politico e si accorge della portata nazionale della vicenda. Cosa è cambiato in Regione Abruzzo tra Natale e l’Epifania? Chi guadagnerà veramente sulle 100 mila tonnellate l’anno di rifiuti destinati agli impianti di Aielli, Sulmona e Chieti? Cosa si vuole nascondere dietro la gestione di questi rifiuti? Gli abruzzesi hanno il diritto di conoscere le reali intenzioni del governo regionale e le effettive quantità di rifiuti che si intende accogliere nella nostra regione. Pertanto – conclude Febbo – mi aspetto nelle prossime ore una presa di posizione chiara al fine di garantire che non si verificherà nessun pericolo per il quadro di compatibilità ambientale e di sostenibilità del sistema impiantistico regionale abruzzese". 

Il Movimento 5 Stelle ribatte: "Spopola sui giornali di oggi la notizia che arriveranno rifiuti da Roma, e la colpa si attribuisce ovviamente al sindaco Raggi. Qualche consigliere regionale di maggioranza, inoltre, starnazza accusando noi consiglieri regionali abruzzesi di accettare questi rifiuti solo perché provenienti da Roma. Addetti ai lavori e conoscitori della cosa pubblica già sorridono davanti a questo tipo di affermazione". 

Anche il Governo scende in campo sul terreno scivoloso dei rifiuti romani. Dopo giorni di polemiche incrociate tra Pd e Cinque stelle sulla destinazione di parte della spazzatura e sullo stato della città, il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti lancia l'allarme: "Roma non può permettersi un'emergenza rifiuti come quella che si sta prefigurando ancora una volta. La mia disponibilità a cercare una soluzione non è mai mancata, ma se il ragionamento di partenza è dare un colore politico ai rifiuti, si rischia grosso". Il Campidoglio nel frattempo passa al contrattacco per voce della responsabile all'Ambiente Pinuccia Montanari: "Noi a differenza di Renzi e del Pd non facciamo campagna elettorale. C'è il sospetto che qualcuno voglia speculare, politicamente ed economicamente, sulle spalle dei cittadini e proponga tariffe fuori mercato". In Emilia si pagherebbero 180 euro a tonnellata e per questo l'accordo, che pareva già fatto, è sfumato; in Abruzzo il costo per lo smaltimento e stoccaggio è di 150 euro a tonnellata. "Raggi e Zingaretti litigano e Roma rimane sepolta dai rifiuti", tuona da FdI il portavoce regionale Marco Marsilio. Sos anche dai sindacati, con il segretario della Fp Cgil locale che mette nero su bianco: "La capitale è costantemente ad un passo dall'emergenza. L'opzione emiliana sarebbe servita a svuotare nell'immediato i Tmb sovraccarichi e a garantire una via d'uscita in caso di crisi". 

08 gennaio 2017

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