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Le operazioni di soccorso all'Hotel Rigopiano sono state "tra le più complesse che abbiamo mai gestito": una situazione con "un crollo di un edificio di 4 piani sotto una valanga in uno scenario di terremoto, con l'impossibilità di arrivare sia via terra che via aria e con le comunicazioni difficili". Così il direttore centrale delle emergenze dei vigili del fuoco, Giuseppe Romano, ha ricostruito il lavoro fatto dai pompieri e dagli altri soccorritori nella zona dell'albergo. "I vigili del fuoco - ha detto - hanno lavorato 25, 26 ore di seguito, parlando coni superstiti e facendogli vedere la luce della torcia, infilandosi in buchi di 30 centimetri". E gli elicotteri dei corpi dello Stato "hanno volato tutte le volte che era possibile e anche quando non era possibile, per cercare un varco". C'è poi un altro punto che Romano sottolinea: «L'azione di individuazione dei sopravvissuti è stata progettata e realizzata, attraverso la realizzazione di mappe. Si è agito in una certa direzione, sono stati raggiunti i locali indicati e sono state trovate le persone lì dove avevamo ipotizzato fossero". Anche per gli uomini del Soccorso alpino "si è trattato di un evento straordinario, che non ha precedenti nella storia recente: si sono accavallati - dice Maurizio Dellantonio - una serie di fattori straordinari. E la risposta del sistema della Protezione civile è stata altrettanto straordinaria, si è lavorato in sinergia e ci si è mossi cercando di fare tutto il possibile, mettendo sul campo tutte le tecnologie che avevamo a disposizione".

La Protezione civile italiana è "un'eccellenza del paese" e i soccorsi all'hotel Rigopiano hanno dimostrato che "quando il sistema si mette insieme e ognuno dà il suo contributo, dal soccorso tecnico alla comunità scientifica fino al volontariato, si raggiunge l'obiettivo". Lo ha ribadito, a Penne (Pescara), il capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio ricordando che questa "è una tragedia inserita in una serie di tragedie". "Il sistema è da mesi sotto pressione e nonostante ciò si cerca di dare risposte sempre operativamente positive", ha aggiunto, sottolineando però che il sistema va "sostenuto tutti i giorni, non solo nel momento dell'emergenza: quello è il momento in cui si raccoglie il frutto di un percorso e dobbiamo ricordarci che questo spirito unitario si raggiunge con una pianificazione a monte, che deve esserci in tutti i settori". Dunque, quel che serve, ha concluso Curcio, è "lavorare sui punti critici" e "migliorare complessivamente il sistema a livello nazionale". 

Le operazioni di soccorso "si sono concluse nella notte", quando sono state recuperate le ultime vittme, ma le attività nella zona dell'hotel Rigopiano "sono ancora in corso -, ha aggiunto Curcio - e sono state impiegate le migliori risorse del Paese. Gli operatori - ha affermato Curcio - hanno portato all'estremo alcune attività operative, per tentare di salvare il maggior numero di vite. Abbiamo gioito quando questo è avvenuto e ci siamo rattristati quando non ce l'abbiamo fatta. Ma si è lavorato incessantemente". Il capo della Protezione Civile ha poi espresso "affetto e vicinanza" alle famiglie delle vittime ma, anche, "un ricordo affettuoso"  agli operatori del 118 che erano a bordo dell'elicottero caduto a Campo Felice. "Chi lavora per l'emergenza si espone a rischi che a volte possono portare ai sacrifici estremi". 

"Abbiamo anche pregato affinché Dio ci restituisse salvi tutti coloro che erano rimasti sotto le macerie dell'hotel Rigopiano. Purtroppo non è stato così e oggi piangiamo 29 vite. Porgo le condoglianze mie e di tutti gli abruzzesi alle famiglie delle vittime". Così il presidente della Giunta d'Abruzzo sul tragico bilancio della slavina sull'Hotel Rigopiano. "Ringrazio tutti coloro che, a ogni livello, si sono adoperati per prestare soccorso sul luogo della tragedia. L'Abruzzo - ha concluso - saprà essere riconoscente con chi gli ha teso una mano amica nel momento del bisogno". 26 gennaio 2017


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