Pizzoferrato (Ch) - Sette a processo per  l'impianto fotovoltaico realizzato a Pizzoferrato (Ch) in località Piana del Mulino e denominato "Vigne e Turchi". Il gip del tribunale di Lanciano (Ch), Marina Valente, ha infatti rinviato a giudizio tutti gli imputati, nei guai, nella maggior parte dei casi, per reati ambientali, per aver in pratica fatto costruire in zona vincolata e senza le necessarie autorizzazioni. Sott'accusa l'ex sindaco di Pizzoferrato, Nicola Tarantini, 52 anni, che ha guidato il Comune dal 2009 al 2013; Faustino Romolo Ferrazzi, 67 anni, di Gallarate (Varese), presidente della società AgriEnergie; Donato Nei, classe 1954 di Potenza, amministratore di AgriEnergie srl; Michele Lo Buono, del '76, di Matera, presidente della AgriEnergie Turchi srl; Rocco Iacovera, classe 1981, di Potenza, presidente della AgriEnergie Vigne; Francesco Piturro, del '66, di Potenza, direttore dei lavori e Dante Bucci, 46 anni, di Gamberale (Ch), capo ufficio tecnico del Comune di Pizzoferrato tra il 2012 e il 2013. Quest'ultimo deve rispondere di falso in atto pubblico, per aver attestato l'esistenza di autorizzazione paesaggistica e del permesso della Soprintendenza per la realizzazione delle opere finite nel mirino della magistratura. Il processo è stato fissato per il 19 aprile 2015. Gli impianti sono sotto sequestro dal settembre dello scorso anno. 


L'inchiesta, su iniziativa del procuratore Francesco Menditto, è andata avanti per oltre un anno e ha confermato che quelle strutture sono spuntate in maniera irregolare, smantellando tra l'altro beni pubblici che non potevano essere distrutti. In realtà si tratta di un unico impianto fotovoltaico da 2 megawatt, ma gli imputati hanno fatto risultare che ne sono due (Turchi che si estende su 20.654 metri quadrati e Vigne di 19.656), contigui tra di essi, e questo per evitare di sottoporre la struttura a Via (Valutazione di impatto ambientale), perché le procedure sarebbero state più complesse, lunghe e rigide. Nel decreto di sequestro tra l'altro si evidenzia: - la realizzazione nel 2002-2006, sugli stessi terreni dove è oggi collocato l'impianto fotovoltaico, di un'area sportiva attrezzata per la valorizzazione del fiume Sangro da parte della Comunità montana di Quadri, per una spesa di 400.000 euro ( € 320.000,00 della Regione Abruzzo, 20.000 della Comunità montana, 60.000 del Comune di Pizzoferrato); 
- lo "smantellamento" delle opere esistenti per consentire la realizzazione dell'impianto fotovoltaico, in violazione di numerose disposizioni; 
- le illegittimità e irregolarità della procedura seguita per la realizzazione dell'impianto. 

Inoltre è stata snobbata la fascia di rispetto del fiume Sangro e le costruzioni sono sorte su un'area ritenuta di "notevole interesse pubblico".
La Procura ha trasmesso copia degli atti alla Corte dei Conti "per l'eventuale danno contabile per "la scelta di distruggere" un complesso da poco realizzato con finalità turistiche per sostituirlo con impianto fotovoltaico, con conseguente dispersione della somma di euro 400.000 spesa nel 2006". Il Comune di Pizzoferrato, assistito dall'avvocato Diana Peschi, si è costituito parte civile e ha chiesto danni per un milione di euro.  14 dic. '15

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