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Diciotto giorni dopo le fiamme sul Monte Morrone, nel territorio del Parco nazionale della Majella, sono state domate. Lo ha annunciato il comandante provinciale di L'Aquila dei Vigili del fuoco, Domenico De Bartolomeo, durante un vertice del Com (comitato operativo misto) che si è svolto nel pomeriggio a Sulmona (L'Aquila), nella sede della Protezione civile. Da domani, è stato annunciato, il Com sarà sciolto. Oltre mille ettari di boschi andati in cenere in questi giorni. Una decina - alcuni dei quali non ancora attivati - gli inneschi trovati durante le operazioni di spegnimento. Un'inchiesta in atto da parte della Procura di Sulmona. Decine i mezzi aerei impiegati. "Resta sul territorio un presidio a doppia turnazione per garantire interventi di emergenza che potrebbero rendersi utili nel caso di nuovi roghi", ha puntualizzato il comandante. E pure secondo il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, che aveva minacciato di riconsegnare la fascia tricolore chiedendo un intervento dello Stato più massiccio, l'attenzione deve rimanere alta.

"Con i sindaci presenti - afferma il primo cittadino - abbiamo deciso di mantenere un coordinamento per qualsiasi evenienza e per restare uniti anche nella fase successiva all'emergenza. Domani avremo una riunione con il prefetto, a L'Aquila, del comitato provinciale ordine e sicurezza, in cui sarà fatto il punto della situazione". Intanto, il sindaco di Roccacasale, Enrico Pace, ha gridato al miracolo quando ha visto nel pomeriggio spegnersi, a solo cento metri dal Colle delle Fate, che segna il confine del suo comune, le fiamme del focolaio che si era pericolosamente riacceso Morrone. "Ci hanno aiutato proprio loro, le fate - ha detto il primo cittadino di Roccacasale -. La speranza ora è che l'incubo sia finito".

Intanto avvocati, medici, ambientalisti e cittadini si sono uniti nel comitato 'Giustizia per il Morrone' e sono impegnati a dare impulso e sostegno alla ricerca della verità sui fatti recenti, già avviata dalla magistratura, per individuare autori e responsabili dello scempio criminale avvenuto a danno della montagna, simbolo della Valle Peligna, come patrimonio naturale ma anche come ricchezza inestimabile per la storia che in sé il Morrone racchiude.

Intanto le associazioni Forum H2O, Nuovo Senso Civico e Stazione Ornitologica Abruzzese hanno inviato una lettera ad Asl, Arta e gestori del servizio idrico, oltre che ad altri enti, per chiedere di rafforzare i controlli sulle acque, nel breve e medio periodo, a valle delle vaste aree incendiate. "I roghi più grandi, da Campo Imperatore al Morrone, dall'Alto vastese a Collelongo - affermano -, hanno interessato ampie porzioni delle aree di ricarica delle falde, in parte usate anche per scopi idropotabili. Le ceneri prodotte dalla combustione di grandi quantità di biomassa contengono numerose sostanze pericolose che possono essere trasportate superficialmente dalle acque e andare a contaminare i fiumi - spiegano -. Inoltre vi sono numerosi articoli e report scientifici che hanno evidenziato una contaminazione, previa infiltrazione, delle acque sotterranee a seguito di grandi incendi". 06 settembre 2017

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