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 Sulmona (Aq)  - E' disastro. Circa mille ettari di boschi protetti e di radure inceneriti. E' dal 20 agosto scorso che, in Abruzzo, un immane incendio, di carattere doloso, divampato a 1.200 metri d'altitudine, sta devastando il Monte Morrone, massiccio della Majella. Le fiamme, che a tratti si elevano altissime, dando vita di notte a paesaggi diabolici, stanno distruggendo luoghi d'incanto, dove la natura regnava indisturbata, con orsi, caprioli, cervi... Poi lo sfregio: inneschi posizionati qua e là e, di colpo, l'inferno. A ridosso dell'abitato di Sulmona (Aq), in territorio di Pacentro (Aq), nel versante pescarese: i roghi non si placano. Si spostano, corrono, si rianimano tra scheletri di alberi e animali carbonizzati. Sembrano essere stati domati, ma poi riprendono vigore, più forte. E va così, da giorni, da una settimana. Nel cuore del parco nazionale della Majella. E, in questa catastrofe, che di sicuro è stata inizialmente sottovalutata, sono tutti contro tutti. Mentre la Procura indaga. Mentre si susseguono vertici e si rincorrono polemiche. 

“Gravi i ritardi i con i quali sono iniziate le operazioni e sicuramente sottostimata la portata dell'evento”, è l'attacco di Sinistra italiana -. Grave la responsabilità della Regione Abruzzo che, pur sollecitata, non ha adottato alcun provvedimento ed altrettanto grave la responsabilità dei vertici del Parco Majella”. Questi ultimi alzano la voce e denunciano di essere stati esclusi, vergognosamente, da tutti i summit e dalle operazioni finora concordate. “E' l'ennesima dimostrazione di un sistema di protezione civile al collasso - sottolinea l'europarlamentare di Mdp, Massimo Paolucci -. Le forze a disposizione in regione, da sole, non sono in grado di contrastare questa emergenza. Il Governo - prosegue - si muova attraverso la messa a disposizione di un numero adeguato di mezzi e uomini e faccia la sua parte obbligatoria. Le competenze per affrontare eventi di questa portata non sono di scala locale, i ritardi con cui ci si muove sono inaccettabili. Il Governo batta immediatamente un colpo e che sia risolutivo. Gli abitanti, i volontari di Sulmona e della valle Peligna e del versante pescarese stanno andando con generosità da soli e a piedi sul fronte dell'incendio. Senza manutenzione costante del patrimonio boschivo, sistemi moderni di rilevazioni e monitoraggio, cospicui investimenti in attrezzature e potenziamento degli organici saremo colpevolmente spettatori di questi drammi ambientali”. 

“E' stato un impagabile errore – gli fa eco Gianni Melilla, deputato Articolo Uno- Mdp – aver cancellato il Corpo forestale. Fatto che stiamo pagando caro in un'estate apocalittica per l'Abruzzo”. “Sono arrabbiata e preoccupata - tuona il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini – , chiedo allo Stato di fare di più per questo territorio, già martoriato. E' da domenica scorsa che gridiamo a tutte le istituzioni la impellente necessità di incrementare mezzi aerei per spegnere al più presto il vasto incendio, senza precedenti. Lo Stato deve fare di più. Se non ci sarà un intervento importante sarò disposta anche a riconsegnare la fascia. E' un grido di dolore. Per la mia gente, per la mia città”. 

“Lo Stato c'è, è presente, al gran completo in tutte le sue componenti, che tutte collaborano in sinergia e tutte lavorano nelle migliori condizioni”, ribatte il comandante provinciale dei Vigili del fuoco, Domenico De Bartolomeo, in una conferenza stampa convocata per rassicurare. “Con i vigili del fuoco ci sono gli alpini, i carabinieri nella loro componente forestale, i volontari della Protezione civile...”. Il comandante ripercorre gli avvenimenti nel loro susseguirsi, facendo presente che le fiamme si sono propagate in fretta, incontrando una fitta vegetazione di conifere, che fanno correre velocemente il fuoco. “Dunque le operazioni di spegnimento fin dall'inizio si sono presentate difficoltose”. "Né l'utilizzo di canadair, né di elicotteri ad oggi, sono riusciti a fermare le fiamme e, al momento, sono circa 900 gli ettari andati letteralmente in fumo. Migliaia gli animali arsi vivi, selvatici e non, come le mucche nei pascoli. Centinaia gli animali riversati nel centro abitato, come i lupi. Molti uomini e donne civili e umili cittadini, hanno agito come volontari, per cercare di limitare i danni; da ieri, tuttavia, vi è il divieto assoluto per i civili, di avvicinarsi alle zone interessate dall'incendio", questo denuncia Enrico Gagliano, del movimento nazionale No Triv. "L'Abruzzo brucia, i Governi sono incapaci di gestire sia la prevenzione che l'emergenza. E' l' ennesima prova del mal governo Pd. D'Alfonso rassegni le sue dimissioni -, afferma in una nota la consigliera regionale del M5s, Sara Marcozzi -. A distanza di dieci giorni dal primo incendio sul Morrone - dice Marcozzi - non è più possibile restare zitti. Il Pd governa il Paese da quasi 5 anni e il Presidente D'Alfonso guida la Regione da oltre 3 anni, eventi come questi vanno gestiti e programmati nel quotidiano e non derubricati a emergenze. Ettari ed ettari di Parchi sono andati in fumo, una vera mattanza della fauna che abitava quei boschi. Un danno incalcolabile per la nostra regione". Ma è anche emergenza sanitaria. 

I medici pediatri, quelli di famiglia, di Sulmona, e i componenti della Commissione Patologia ambientale dell'Ordine dei medici della provincia dell'Aquila in una nota mostrano “preoccupazione a causa della presenza di monossido di carbonio e di particolato, per il persistere di benzene, polveri fini e ultrattivi che risultano le più tossiche”. Segnalati problemi respiratori e altre patologie connesse con la qualità dell'aria. Chiesto, da Paola Pelino, vicepresidente dei senatori di Forza Italia, l'intervento del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, chiamata ad attivarsi per "predisporre ogni accertamento sanitario per stabilire se e quali rischi concreti esistono per la salute della popolazione della Valle Peligna". 

Cinquanta alpini del 9° Reggimento dell'Aquila appartenenti al Battaglione Vicenza, istituito per affrontare le emergenze di pubblica utilità di diversa natura in Italia centrale, stanno operando, coordinati dal Comando di vertice Operativo Interforze (COI), al fianco della Protezione civile. In particolare, una squadra del battaglione è stata trasportata da un elicottero dei vigili del fuoco per prevenire il propagarsi dell'incendio che minaccia l'eremo di Santa Croce e contemporaneamente altre due squadre di militari sono intervenute con i vigili del fuoco presso il comune di Prezza per evitare che le fiamme arrivassero al centro abitato. Sull'altro versante, nel comune di Antrodoco, altri 15 militari sono intervenuti con 3 autobotti per emergenza acqua. Il Battaglione Vicenza recentemente è stato voluto dal ministro della Difesa per mettere a frutto l'esperienza maturata dal sisma che ha colpito l'Italia centrale.

Intanto nel tardo pomeriggio di oggi il forte vento ha riattivato le fiamme sospingendole nella parte bassa del bosco fino ad arrivare a lambire le frazioni di Case Lupi e San Pietro, nel comune di Sulmona. Decisiva per i soccorsi la strada tagliafuoco realizzata in due giorni dal comune di Pratola Peligna e che è servita ai mezzi di soccorso per arrivare fino al fronte del rogo dove hanno potuto operare per arginare le conseguenze. Fiamme di oltre 10 metri di altezza. 
 28 agosto 2017

Serena Giannico


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