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Castel Frentano (Ch) – “Il 12 aprile saranno trasferiti a Lanciano. Ho personalmente parlato con la comunità di San Francesco e loro, con gentilezza e disponibilità, hanno offerto una stanza con quattro letti dove potranno dormire, al di fuori della chiesa e nell'attiguo bed and breakfast . Per quanto riguarda i pasti, invece, sia Luigi Cuonzo, direttore della Caritas diocesana che il vescovo Emidio Cipollone hanno dato la loro disponibilità tramite l’emporio alimentare”. Così il sindaco di Castel Frentano, Gabriele D’Angelo, che si è attivato per trovare una soluzione tampone alla vicenda della famiglia libica sfrattata da una casa famiglia del posto. Una nuova sistemazione, seppur precaria, per Sadia e i suoi tre figli, che permetterà almeno di concludere il percorso scolastico ai ragazzi che in caso contrario avrebbero sicuramente perso l’anno, per poi iniziare, per l’ennesima volta, tutto daccapo. 


Ma una volta finito, cosa accadrà?: "Ho ricevuto una risposta, alla lettera che ho scritto, dalla segreteria del prefetto – spiega il sindaco D’Angelo – uno spiraglio c’è. Mi è stato scritto che se continuano a rifiutare di andare a Messina potrebbero trovare una soluzione alternativa. Ma purtroppo non sanno né dove né quando. Anche perché con questa decisione, presa poco più di un mese fa, sono stati interrotti anche i fondi alla casa famiglia dove sono stati fino ad adesso. Io non sono qui solo come sindaco ma anche e soprattutto come persona: da qui inizierà la nostra battaglia per loro". La famiglia, originaria del Marocco ma che ha vissuto in Libia, a Castel Frentano ha trovato la possibilità di iniziare una nuova vita, una vita fatta di felicità, senza più orrori. E Castel Frentano, con tutti i suoi cittadini, si è subito stretta intorno alla famiglia di Sadia, dimostrando ad essa tanto affetto e solidarietà. Poi la decisione, improvvisa e senza troppe spiegazioni, di trasferire il nucleo familiare in Sicilia. "Non mi era stata comunicata questa decisione dal prefetto Antonio Corona – spiega Gabriele D’Angelo, sindaco di Castel Frentano, anche lui visibilmente commosso – . Le tante domande che ho posto a chi di dovere non hanno trovato risposta, così come non ci è stato spiegato le ragioni di questo trasferimento a Messina. In quel posto ci sono dei parenti del marito della donna, e loro saranno in grave pericolo di vita. Questa famiglia sta fuggendo ad una faida – la donna è accusata dalla famiglia di lui di aver ucciso il marito - e non si rendono conto che li stanno trattando come pacchi postali”. 
La famiglia, infatti, non vuole andare in Sicilia, proprio perché ha paura. “La soluzione è temporanea – afferma Alba Manzi, mediatrice culturale dell’Istituto ‘Cesare De Titta’ di Lanciano, frequentato dalla figlia maggiore di Sadia – ma dobbiamo muoverci subito perché, per me, la soluzione migliore è farli rimanere a Castel Frentano. Si sono già integrati con la comunità e possono dare la possibilità a Sadia di lavorare, visto che nel suo paese era cuoca”. 


Tanta commozione e lacrime all’Istituto comprensivo di Castel Frentano ‘Eduardo Di Loreto’, con i bambini della II A, la stessa classe frequentata da Sanaa, visibilmente commossi. I ragazzi, infatti, hanno scritto una lettera rivolta a tutte le istituzioni, persino a Papa Francesco e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per evitare che la loro compagna, con tutta la sua famiglia, venga trasferita da Castel Frentano a Messina. La Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Bari, infatti, non ha loro riconosciuto lo status di protezione internazionale per la famiglia, ma solo quello di protezione umanitaria. Motivo per cui dovrebbero lasciare Castel Frentano. "Una studentessa modello che in questi mesi si è perfettamente integrata con noi e che ha imparato la nostra lingua. Perché a scuola si studiano i diritti e poi, nella vita di tutti i giorni, questi vengono calpestati?", domanda un compagno di classe di Sanaa. E ancora: "Quando sono arrivati, quando è arrivata lei, ho visto sui loro volti tanta paura. – aggiunge un’altra ragazza. - Con il tempo ci siamo parlati, conosciuti e siamo diventate amiche e adesso finisce tutto?" Della questione ora si sta occupando anche la Rete Kurdistan Abruzzo. 11 aprile ‘16 


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