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"Il parere positivo della Regione Abruzzo, che diceva di non essere a conoscenza della questione, risale al 31 luglio del 2015. Poi ci sono molteplici errori procedurali: mancanza di trasparenza e partecipazione, nessun riferimento agli acquedotti, è stata coinvolta la Asl dell'Aquila e non quella di Teramo. Il Piano di emergenza esterno dei Laboratori, inoltre, sembrerebbe aggiornato al 2008, prima dei terremoti". Insomma un gran pasticcio. E' quanto denunciano le associazioni ambientaliste abruzzesi a proposito dell'esperimento Sox ai Laboratori del Gran Sasso. Forum H2o, Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus, Mobilitazione per l'acqua del Gran Sasso, Lipu Abruzzo e Altura sottolineano, in un incontro stampa a Pescara, che "per il Gran Sasso e gli esperimenti che vi vengono condotti, da Borexino e Lvd che già utilizzano, rispettivamente, 1.292 tonnellate di trimetilbenzene e mille tonnellate di acqua ragia, a Sox, per il quale si vorrebbe utilizzare la potentissima sorgente radioattiva di Cerio144 da 5,55 PBq, pare che gli enti vogliano continuare ad ignorare che già esiste il divieto assoluto ed inderogabile di stoccare questi materiali entro un raggio di 200 metri dalle captazioni idropotabili". E citano l'articolo 94 comma 6 del Decreto 152/2006 'Testo unico dell'Ambiente'. 

"La Regione Abruzzo, - aggiungono - come segnaliamo da tempo e come già avvenuto per la Carta Valanghe, è inadempiente da ben 11 anni nella predisposizione dei provvedimenti di tutela sito-specifici della risorsa idropotabile, dovendo la stessa agire non meramente in senso burocratico, ma tenendo conto della reale consistenza della risorsa idrica e dei singoli acquiferi come prevede la legge. Vogliamo sottolineare che nel caso del Gran Sasso, qualora la Regione dovesse perimetrare la zona di rispetto, questa non potrà che essere molto più vasta (dell'ordine di chilometri rispetto ai 200 metri imposti in senso generale dalla norma)".

Dopo l'accesso agli atti della Stazione Ornitologica Abruzzese, le associazioni spiegano che, per l'esperimento Sox, "la Regione ha ricevuto una richiesta di parere dal ministero dello Sviluppo economico sulla base dell'articolo 28 del Decreto 230/1995. Il servizio Prevenzione del Dipartimento Salute della Regione ha risposto positivamente il 31 luglio 2015 con poche righe a firma di Stefania Melena, che allega anche uno scarno parere della Asl dell'Aquila. Stranamente non viene coinvolta la Asl di Teramo che sarebbe competente, in quanto la sorgente radioattiva verrebbe posizionata su territorio di Isola del Gran Sasso (Teramo) ed era stata la più attiva individuando per tempo con numerose note le enormi criticità della situazione dal punto di vista dell'acqua potabile". 

"La Regione - aggiungono - ha ricevuto anche ulteriori note, da quella del ministero dell'Interno a quella dell'Ispra del 20/05/2015. In tutta la documentazione degli enti finora esaminata manca totalmente qualsiasi riferimento alla presenza di acquedotti e all'articolo 94 del decreto legislativo 152/2006 sulle aree di salvaguardia. Inoltre non risulta essere stata attivata alcuna modalità di trasparenza e partecipazione del pubblico. Manca, come avevamo già rilevato, la Valutazione di incidenza ambientale nonostante i laboratori siano collocati in un Parco nazionale e in siti Natura2000. Evidenziamo altresì che i Laboratori del Gran Sasso sono un impianto a 'rischio di incidente rilevante' per le grandi quantità di sostanze pericolose usate in Borexino ed Lvd. Ebbene, - viene fatto presente - il Piano di Emergenza Esterno sarebbe risalente, da quanto abbiamo appreso verbalmente ieri presso gli uffici regionali, al 2008. Cioè prima dei terremoti". 

"Se aggiungiamo che i casi di contaminazione del Diclorometano perso dai Laboratori ad agosto 2016 e del Toluene uscito dai tunnel che hanno dimostrato che lo Stato con un commissario straordinario e ben 84 milioni di euro non è riuscito a mettere in sicurezza neanche i tubi - concludono le associazioni - ci chiediamo come si possa solo immaginare in tale contesto di inadempienze diffuse, errori e superficialità di consentire di correre rischi immensi per l'acquifero come quelli derivanti dagli esperimenti Lvd, Borexino e Sox con le loro sostanze pericolose o radioattive".09 novembre 2017

Nelle immagini l'autorizzazione della Regione e quella della Asl dell'Aquila
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