Cresce sempre più il divario tra "città" e "paese", e sembra che non ci si accorga che quest'ultimo è destinato a scomparire, se non si pone riparo alla indifferenza delle istituzioni, indifferenza che "uccide". Un mondo sta  lentamente morendo, ed è quello dei piccoli paesi. Una volta la città era uguale al paese, solo un po' più grande, un po' più dotata, un po' più fornita. Progressivamente si è determinato un sempre maggiore accentramento nelle città dei servizi, degli approvvigionamenti di merci e delle attività lavorative. Entro certi limiti ciò rispondeva a specifiche esigenze di risparmio, a logiche di organizzazione che portavano un equilibrio dinamico tra grossi centri urbani da una parte e piccole realtà di paese dall'altra, consentendo parallelamente che il progresso si sviluppasse nei grossi centri, mentre  nei piccoli centri si conservava la memoria storica, culturale e generazionale che era la premessa del progresso stesso. Logiche economiche discutibili stanno incrementando questo processo di accentramento di risorse, a livelli che giocoforza comportano la morte progressiva dei piccoli paesi. A causa della eccessiva disponibilità nel rilascio di licenze nei comuni ad alta densità abitativa, nei grossi centri spuntano come funghi attività commerciali (soprattutto centri commerciali, franchising, catene di alimentari e casalinghi ecc...) destinate ad una competizione reciproca, cannibalesca, mentre parallelamente nei piccoli centri c'è un inesorabile depauperamento delle attività commerciali, condannate ad una lenta scomparsa causata dall' abbandono delle istituzioni. 


Nei piccoli centri chi ha difficoltà negli spostamenti, soprattutto anziani e disabili, vedono ridursi progressivamente le opzioni di scelta degli acquisti, e non tarderà il momento in cui sarà necessario percorrere chilometri per acquisire anche i generi di prima necessità. Già da tempo gli anziani di piccoli centri come, ad esempio, Civitaluparella, Fallo, Colledimezzo, Bomba, Pennadomo, Pietraferrazzana, Montelapiano ecc sono costretti a rinunciare ad alcuni acquisti o a demandarli a familiari o conoscenti automuniti. E se presto dovessero essere costretti a percorrere chilometri e chilometri per acquistare il pane? Mancando una politica che consenta la salvaguardia delle piccole attività commerciali di paese, diventa sempre più concreta l'ipotesi che esse scompaiano del tutto. 


La latitanza dello Stato sta modificando la struttura geografico-economica della nostra società, portando alla progressiva scomparsa dei piccoli comuni: un colpevole lassismo che ha come prime vittime gli anziani, ma che col tempo porterà a un sovvertimento delle abitudini e delle dinamiche sociali. Scomparirà un certo modo di vivere semplice e naturale, il cui ricordo si ha  ancora, per il momento, nella  vita nei piccoli paesi? Lo stato sta favorendo la dissoluzione di quel modo di vivere, in favore di una omologazione di massa e spersonalizzazione degli individui. L'indifferenza delle istituzioni uccide. Essa uccide le piccole attività commerciali. Uccide gli anziani, abbandonati in realtà sempre più povere. L' indifferenza dello Stato uccide i piccoli paesi, e la tradizione che vive in essi.   Giugno 2014 


Mauro Carbonetta

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