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Duplice omicidio, con le aggravanti di premeditazione, crudeltà, porto abusivo di armi, violazione di domicilio, e di aver commesso il reato in presenza di minori (i due bambini dell'amica della moglie). Queste le contestazioni del pubblico ministero, Giancarlo Ciani, nei confronti di Francesco Marfisi, 50 anni, autore, lo scorso 13 aprile, del duplice assassinio di Ortona (Chieti). L'uomo, armato di coltelli, ha massacrato la moglie, Letizia Primiterra, di 47 anni, madre dei suoi tre figli, e l'amica del cuore di lei, Laura Pezzella, di 33 anni. Oggi, nell'interrogatorio di garanzia, comparso davanti al gip del Tribunale di Chieti, Luca De Ninis, per l'udienza di convalida, l'omicida si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il pm, che aveva già interrogato Marfisi nella caserma dei carabinieri di Ortona la sera stessa dei delitti, ha chiesto la convalida dell'arresto e l'emissione dell'ordinanza cautelare in carcere. L'indagato è rinchiuso in prigione a Lanciano (Ch). 

Sono state intanto affidate al medico legale Pietro Falco le autopsie sulle vittime che saranno eseguite, alle 7 del mattino, martedì 18 - su Pezzella - e mercoledì 19 aprile su Primiterra, nel policlinico di Chieti, dove le salme si trovano. Sarebbero decine i fendenti inferti alle due donne ma solo gli esami potranno stabilire quanti e quali siano stati quelli mortali. Nell'unico interrogatorio in cui ha risposto, la sera del duplice omicidio, Marfisi ha ammesso le proprie responsabilità ed è apparso in profondo stato confusionale. Ha sottolineato di avere agito in preda a raptus, convinto che Laura Pezzella fosse la causa della fine del suo matrimonio. 

Letizia Primiterra aveva denunciato l'ex marito, per maltrattamenti e violenza privata, il 4 aprile scorso, 9 giorni prima che lui le togliesse la vita. I due erano già in crisi: lei era tornata a casa, la loro casa, insieme al figlio ed era incappato nel marito. Avevano già deciso di separarsi, in maniera consensuale, e di andare a stare in appartamenti diversi. Ma lui non aveva accettato tutto questo, le liti erano frequenti e poi temeva che la consorte avesse una relazione con la sua amica più intima. Anzi, ne era certo e convinto. Un affronto, per lui, insopportabile. L'uomo, quel giorno, era infuriato e l'apostrofò con il termine "lesbica". Poi prese un bastone usato per i tendaggi e la minacciò e l'avvisò: "Non ti far vedere in giro con certa gente, sennò vedrai...". Per "certa gente" intendeva l'amica. Una scenata di gelosia, terribile, e non era la prima. Per questo Primiterra si era rivolta ad un centro antiviolenza di Ortona. 15 aprile 2017

Nella foto in alto Letizia Primiterra con il marito Francesco Marfisi; in basso Primiterra e Pezzella. 
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