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Ne è convinto, e lo ripete in continuazione. E' come un'ossessione. "Tutti, ad Ortona, erano a conoscenza della relazione tra mia moglie e Laura. Ero lo zimbello della situazione. E non ne potevo più...". Così Francesco Marfisi, 50 anni, di Ortona (Ch) che nel primo pomeriggio di ieri ha massacrato, a coltellate, la moglie Letizia Primiterra, di 47 anni, e l'amica di lei, Laura Pezzella, di 33, madre di due bimbi. L'uomo è stato arrestato in flagranza dai carabinieri, appena dopo i delitti, con i vestiti intrisi di sangue e i coltelli usati ancora tra le mani. "Volevo costituirmi", ha spiegato ai magistrati. Sarà interrogato domani alle 10.30 a Chieti, a palazzo di giustizia. 

Ad innescare la furia omicida sarebbe stata proprio la presunta relazione tra la moglie la sua migliore amica, rapporto che lui sospettava e temeva. L'uomo ha insistito su questo punto, ma è la sua personale visione dei fatti: ha attribuito a questa complicità tra le due donne la fine del matrimonio, dopo 25 anni con tre figlie e due nipoti. "Era innamoratissimo della moglie", dice ora il suo difensore. 

Il killer, dipendente  della Cogas, azienda che distribuisce gas ed energia elettrica, è stato sentito per circa tre ore, ieri sera, dopo i delitti, dal sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Giancarlo Ciani, che coordina l'inchiesta, nella caserma dei carabinieri Ortona, alla presenza del legale di fiducia, l'avvocato Rocco Giancristofaro, ed ha confessato. Moglie e marito vivevano separati di fatto da qualche tempo e lei era ospite di un'amica nel quartiere di San Giuseppe, in via Zara, ad Ortona, in attesa di poter prendere in affitto un appartamento nel quale trasferirsi. Ieri il marito ha raggiunto l'abitazione in cui si trovava la moglie, per quello che voleva essere, a suo dire, un tentativo di recuperare un rapporto ormai si era deteriorato. Era sua intenzione - ha spiegato agli inquirenti - convincere la moglie a tornare a casa e di volerla solo spaventare e per questo motivo si è presentato armato, mostrando alla donna i coltelli da macellaio che aveva con sé. Ma quest'ultima avrebbe reagito sottolineando che non sarebbe tornata con lui perchè fra loro era finita davvero e avrebbe detto: "Non mi fai paura, non sei capace di fare nulla". Si sbagliava. E' a questo punto che Marfisi ha cominciato a colpirla, sul pianerottolo d'ingresso al palazzo. Le grida della poverina hanno richiamato la figlia 25enne che in quel momento era nell'abitazione dell'amica per far visita alla mamma: figlia che è scesa nell'androne dell'edificio ed ha assistito alla scena. "Cosa stai facendo?", avrebbe urlato la ragazza. "Ormai le ho fatto del male", ha riposto il padre e se n'è andato. "Pensavo fosse ferita: ho scoperto che era morta solo quando mi hanno bloccato i carabinieri". 

 Quanto all'omicidio di Pezzella, Marfisi ha spiegato di essersi recato da lei per dirle una frase di questo tenore: "Adesso sarai contenta che per colpa tua ho ferito mia moglie". La donna, stando sempre al racconto dell'arrestato, avrebbe però reagito deridendolo... "Non sei capace di fare niente, figuriamoci di ferirla...". Lui l'ha vista come una provocazione, e a quel punto ha perso la testa colpendo anche lei a morte. 

 Le autopsie con tutta probabilità saranno effettuate nella giornata di martedì dall'anatomo patologo Pietro Falco, che subito dopo il duplice assassinio aveva effettuato una prima ricognizione cadaverica. Durante il primo interrogatorio ieri sera davanti al magistrato Marfisi avrebbe letteralmente parlato a ruota libera, raccontando tutto, dal suo punto di vista. 

Più di una volta avrebbe ripetuto: "Sono disperato", ma forse ancora non del tutto consapevole della portata del suo gesto. E' anche scoppiato in lacrime. Nell'interrogatorio di domani davanti al gip di Chieti Luca De Ninis verrà formalizzato il capo di imputazione. Le ipotesi vanno da omicidio semplice a premeditato, con una lunga serie di aggravanti quali uxoricidio, delitto davanti a minori, porto abusivo d'armi o violazione di domicilio. 

14 aprile 2017 
 Nella foto in alto l'omicida, in basso le due vittime: Letizia Primiterra (capelli scuri) e Laura Pezzella (bionda)
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