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Di lui dicono che era un padre e un marito affettuoso e manager d'azienda ligio al proprio lavoro, che s'era fatto da sé. Di loro dicono che era "una famiglia senza difficoltà, con una vita tranquilla". Le "prime attività investigative svolte - spiegano in questura a Chieti - hanno consentito di accertare che Fausto Filippone non risultava esser affetto da patologie in genere ed, in particolare, da problemi psichici. Le verifiche svolte sinora hanno evidenziato che non esistevano problematiche di rilievo, o che possano giustificare i gesti compiuti, all'interno del nucleo familiare". Eppure ieri Fausto Filippone, 49 anni, laureato alla Ca’ Foscari di Venezia, dipendente dalla Brioni, ha sterminato la propria famiglia e si è suicidato. Una tragedia che, anche il giorno dopo, resta senza una ragione. Una domenica infernale, con una sequela di episodi drammatici, che si susseguono a ritmo agghiacciante. La prima a morire è la moglie, Marina Angrilli, 51 anni, precipitata dalla finestra di una casa a Chieti: probabilmente l'ha spinta lui, affermano gli investigatori. Dopo che la donna viene soccorsa, agonizzante,  e portata in ospedale; lui carica in macchina la figlia Ludovica, 10 anni, e la uccide lanciandola dal viadotto Alento di Francavilla al Mare (Ch) dell’A14. Un volo da 40-50 metri. Infine si ammazza, lasciandosi cadere nel vuoto dopo sette ore in cui è rimasto appeso sul bordo del ponte da cui ha precedentemente lasciato cadere la piccola. "Chiedo perdono a tutti, non ho alternative", le sue ultime parole. 

La follia assassina dell'uomo scatta presto. E, l'ipotesi che si fa largo, è che è sfociata per prima nel delitto della moglie. Lui e Marina Angrilli, 51 anni, insegnante di lettere al liceo scientifico da Vinci e Pescara, sono sposati dal 2006. Nel 2008 è nata Ludovica. Vivono a Pescara in una villetta di via Punta Penna 36, zona ovest, vicino all'ospedale, dove abitano anche i parenti di lei. Lui è reduce da un precedente matrimonio. Mentre escono, lui, che ha già premeditato il suo piano omicida, dice alla famiglia: "Andiamo a compare la lavatrice al centro commerciale". Invece... E' mattina inoltrata quando la coppia arriva a Chieti per effettuare il sopralluogo in una casa, vuota, dove nessuno potrà sentire, dove nessuno potrà vedere. E' un appartamento di proprietà in piazza Roccaraso 18, zona villaggio Celdit. Hanno intenzione di affittare l'abitazione agli studenti. Cosa accada in  quelle stanze nessuno lo saprà mai. Però lei, all'improvviso, pochi minuti dopo le 12, cade giù dalla finestra del bagno, al secondo piano. Cade di testa, all'indietro. Sono i vicini a chiamare il 118 e il 113, alle 12.06, quando il corpo è disteso nel cortile, agonizzante, perché hanno sentito prima un urlo e poi un tonfo. La  professoressa morirà in ospedale dopo qualche ora, nel primo pomeriggio. Il marito, agitato, cerca di sparire il prima possibile. Arriva la polizia ma non gli chiede spiegazioni, nessuna. Così l'uomo si allontana da Chieti Scalo e va a prendere la figlioletta a Pescara, dove è in compagnia degli zii. "Papà ti fa una sorpresa", le promette. E, con l'auto, una Bmw X1, imbocca l’autostrada A14, in direzione Bari. Verso le 13 si ferma sul viadotto: camminano per un po', insieme, fianco a fianco. Lei indossa leggins gialli e una maglietta celeste e ha con sé uno zainetto. Pochi minuti e arriva la polizia, allertata: "Ci sono un uomo e una bimba a piedi sull'autostrada". Gli agenti della Stradale vedono la piccina per pochi istanti: lui, notati gli agenti, la bacia, la prende in braccio e la butta giù. Morirà nell'impatto col suolo, dopo un terrificante volo. Quindi scavalca il parapetto e si posiziona lì, minacciando di lasciarsi andare. Comincia una lunga trattativa con le forze dell'ordine, che dura sette ore. Lui gesticola e ordina, ossessivamente... "Non avvicinatevi alla bambina". Chiede, più d'una volta, se la moglie è viva. Gli rispondono di sì, sperando di farlo desistere. Alle 19.57, mentre i vigili del fuoco stanno allestendo un telone gonfiabile, il salto nel vuoto: muore all’istante. 

"Era riservato, come pure la moglie... Erano affiatati, nulla poteva far presagire quanto avvenuto", così li raccontano. "L'unico recente episodio - affermano oggi, a Chieti, in conferenza stampa, il questore Francesco Palumbo e la dirigente della Squadra mobile, Miriam D’Anastasio - si riferisce al decesso della madre di Filippone, a cui lo stesso era particolarmente legato e che, in qualche modo, poteva averlo destabilizzato senza peraltro che lo stesso abbia esternato importanti segni di sofferenza". "Marina era sempre la prima a salutare quando ti incontrava. Era sensibile. Una volta sentendo piangere un cane lungo la via si affacciò subito preoccupata", la ricorda una vicina. Stamattina, nell'istituto dove insegnava, è stato osservato un minuto di silenzio. "Gli alunni - riferisce il preside Giuliano Bocchia - sono turbati e sconvolti. Abbiamo fatto una riflessione pedagogica anche con il supporto di uno psicologo nelle tre classi dove insegnava la professoressa, dai più piccoli ai più grandi per aiutare ad elaborare il dolore e a capire la complessità della vita. Un'insegnante che esigeva il massimo dai ragazzi, perché sapeva quanto valessero e voleva tirare fuori il meglio da loro. Allegra e gioviale - rammenta il preside - e nell'ultimo periodo di buon umore. Nulla da lei traspariva o faceva presupporre quello che sarebbe potuto accadere. Voleva molto bene alla figlia e ne parlava spesso". "Lui chiedeva scusa e  continuava a chiedere scusa a tutti, fa presente il questore -. Era una famiglia perbene, che la settimana scorsa aveva partecipato alla cena di fine anno dello sci club Aterno di Pescara che frequentava da cinque anni". "Erano sereni - dichiara il presidente dell'associazione sportiva, Mattia Giansante - e Ludovica era particolarmente soddisfatta per aver ritirato la coppa per le gare vinte a fine corso di sci". 
21 maggio 2018

Serena Giannico
Nella foto in alto Filippone sul ponte; in basso la moglie Marina Angrilli

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