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Pesci "ripieni" di sostanze chimiche che sono inevitabilmente finite negli alimenti. E quindi a tavola. "La Val Pescara è una bomba ecologica ormai scoppiata: i pesci del fiume Aterno - Pescara sono contaminati da metalli pesanti, con il mercurio che supera i limiti di legge in un pesce su tre tra quelli presi a valle di Bussi, dove nel 2007 è stata trovata una megadiscarica in cui dagli anni Settanta sono stati interrati quasi 2 milioni di tonnellate di rifiuti tossici e nocivi. Altri metalli pesanti come cromo e piombo mostrano valori più elevati nei pesci pescati a valle del sito di Bussi, mentre a monte, sull'Aterno, altri inquinanti come diossine e cadmio mostrano valori più elevati. Una situazione insostenibile, facciamo l'ennesimo appello perché partano le bonifiche": così il Forum dell'Acqua Abruzzo che diffonde uno studio dell'Istituto Zooprofilattico di Teramo sull'ambiente di uno dei principali fiumi  dell'Abruzzo.

"I dati relativi a pesci e macroinvertebrati campionati nel 2015 sono contenuti in un'ampia ricerca dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo, pubblicata da pochissimi giorni. In totale sono stati campionati 35 esemplari di pesci: 11 trote fario, 15 cavedani, 3 rovelle, 6 barbi comuni. Complessivamente 17 pesci a monte di Bussi (Molina Aterno 14 e Vittorito 3) e 18 a valle (Bussi 3 e Manoppello 15). Lo studio ha approfondito diversi parametri, misurando sia i valori dei diversi contaminanti presenti negli organismi, pesci e macroinvertebrati, sia un indicatore di stress, la presenza dei micronuclei negli eritrociti dei pesci.
Ben 6 pesci sui 18 che sono stati campionati a valle della discarica hanno superato i limiti di legge per il mercurio (1 su 3 pesci catturati a Bussi e 5 su 15 catturati a Manoppello) pari al 33% del totale (addirittura 5 barbi su 6!). Nessuno dei pesci catturati a monte ha superato questa soglia. 

"A parte i limiti di legge, per cromo, mercurio e piombo - dice il Forum Acqua -  i valori sono significativamente superiori a valle considerando tutti i pesci catturati. Questo vale anche nel confronto si includono solo i cavedani che sono stati catturati più frequentemente e che permettono un confronto più omogeneo.
Ricordiamo che a Bussi officine per decenni è stato attivo un grande impianto cloro-soda che ha scaricato grandissime quantità di mercurio nel fiume.
Per quanto concerne le diossine e i PCB (policlorobifenili) le concentrazioni non hanno mostrato differenze significative tra i siti di monte e di valle né nel cavedano né nella trota". Nelle conclusioni l'Istituto Zooprofilattico scrive: "Questi dati mostrano come l’inquinamento per queste tipologie di sostanze sia ampiamente diffuso". 

Per quanto riguarda i macroinvertebrati, è stato raccolto un unico campione costituito da 25 grammi di gammaridi, dei piccoli crostacei. Il valore del piombo nel sito di campionamento di Bussi Officine (0,56 mg/kg) è risultato superiore ai limiti di legge. Anche nei macroinvertebrati il valore del mercurio è risultato superiore nei campioni di Bussi e Manoppello rispetto a quelli raccolti a monte (per il mercurio addirittura 7 volte superiore a Bussi).
Nelle conclusioni da pagina 93 in poi l'IZS scrive testualmente che "il benessere dei pesci è minacciato, soprattutto a Bussi Officine e Manoppello, come dimostrano la presenza di micronuclei (danni genetici) negli eritrociti, dovuta all’esposizione a sostanze mutagene, e le maggiori concentrazioni di
piombo, cromo e soprattutto mercurio (oltre i limiti di legge per l’umano consumo)" e che "la concentrazione di arsenico è rilevante in tutti i punti di campionamento ed è quindi necessario approfondire l’origine della contaminazione, soprattutto nella sua forma più tossica di arsenico inorganico". Inoltre l'Istituto rileva che "l’esposizione alle sostanze tossiche è cronica, poiché la presenza dei micronuclei non si manifesta più dopo la depurazione, e quindi potrebbe derivare o dalla falda inquinata o da scarichi non trattati, attivi con continuità". L'Istituto Zooprofilattico suggerisce che "la presenza di sostanze tossiche nei pesci rappresenta un problema per l’umano consumo e quindi sarebbe necessario vietare la pesca almeno da Bussi Officine in poi". 

Dichiara Augusto De Sanctis, del Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua "Sono dati drammatici sotto ogni aspetto, sia per le informazioni in sé, che testimoniano un inquinamento diffuso e pesante, sia perché fanno capire lo stato comatoso in cui versano le istituzioni. Finalmente dopo anni di lotte grazie all'Istituto Zooprofilattico abbiamo dati sul mercurio sugli organismi del fiume Pescara, nonostante ci fossero segnali di allarme evidenti, noti non solo agli addetti ai lavori ma anche al pubblico visto che avevamo contribuito a diffondere queste conoscenze. Parlo degli alti livelli di mercurio nei sedimenti che andarono a dragaggio nel 2012 e nei sedimenti del fiume Tirino a Bussi campionati dall'Arta. Infine gli alti valori di mercurio trovati dall'Università di Teramo negli scampi pescati di fronte a Pescara e nei capelli dei pescatori del capoluogo adriatico, con i ricercatori che chiedevano interventi precauzionali almeno per le categorie di donne più a rischio. Ci chiediamo dove siano le Asl di Chieti e Pescara, cosa facciano i loro dirigenti sulla prevenzione. Esistono? In generale è raggelante lo stato di irresponsabilità statale che parte dal ministero dell'Ambiente e scende fino a tutti gli altri enti della filiera istituzionale. Si sta tardando addirittura ad identificare amministrativamente il responsabile della contaminazione che per legge deve attuare la bonifica, al di là delle risultanze dei procedimenti penali. Il 29 maggio scorso abbiamo inviato una circostanziata lettera di 9 pagine in cui riepiloghiamo la situazione e sostanzialmente dettiamo agli enti il da farsi secondo le norme vigenti e la giurisprudenza. Niente, passano i mesi, gli anni e tutto rimane fermo quando ci sono aziende multinazionali che avrebbero dovuto già pulire tutto. Ricordo che sono passati 8 anni dalla perimetrazione del sito nazionale di bonifica e addirittura 12 dal primo Piano di caratterizzazione della Solvay che evidenziava gravi problemi nell'area industriale". 30 ottobre 2016


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