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"La valanga era scientificamente prevedibile e i suoi disastrosi effetti erano totalmente evitabili, solo se la Regione Abruzzo avesse fatto la Carta di Localizzazione dei Pericoli da Valanga, la Clpv che era obbligatoria dal 1992". 
Così, questa mattina in conferenza stampa, Cristiana Valentini, avvocato del sindaco di Farindola, ha illustrato le risultanze di un'indagine difensiva preventiva eseguita da un pool di tecnici e legali incaricati dal comune per "accertare la verità sulla tragedia di Rigopiano, responsabilità non solo giuridiche, ma anche politiche". 

"Noi abbiamo provato a realizzare una carta del rischio - aggiunge l'avvocato Valentini - così in poco tempo, e i risultati sono quelli che sono sotto gli occhi di tutti: cioè che la valanga era scientificamente prevedibile. Risultati chiaramente non presi dalla persona che va su Google Earth - ha proseguito il legale - ma da chi ha accesso, in modo professionale, ai satelliti". 

"Questa zona - spiega l'ingegner  Marco Cordeschi - ha una storia di valanghe. E lo dice la carta storica delle valanghe regionale: in quella localizzazione ci sono diversi eventi, purtroppo non quello che si è verificato il 18 gennaio scorso. Con uno studio cartografico prima e, poi, con un iniziale approfondimento sul posto, era prevedibile localizzare nel sito della valanga di Rigopiano un'attività valanghiva anche di una certa importanza". Prevedibilità che si poteva individuare "sia per considerazioni di carattere morfologico, per pendenze molto accentuate, sia per considerazioni di carattere valanghivo che un esperto ha relativa facilità a fare", dice Cordeschi.

"Non si può parlare statisticamente di un fatto eccezionale". A chiarirlo è il climatologo dell'Università di Ferrara, Massimiliano Fazzini - che fa parte del pool di tecnici e legali incaricati dal Comune di Farindola -, riferendosi alle nevicate cadute nell'area tra il 17 e il 18 gennaio scorso, giorno della tragedia. "Sono nevicate, di due tre metri di neve, nella nostra zona di riferimento - spiega Fazzini - a una quota di 1.200-1.300 metri, che non rappresentano un evento eccezionale, ma ricorrente: eventi nel 2005, 2009, 2011, 2015. Quindi parlare di eccezionalità non deriva dai dati scientifici che abbiamo verificato. Sono una cosa normale per questa zona, con fenomeni ripetuti quasi ogni anno". 

"Abbiamo trovato uno strato interessante e particolare su cui il professore Fazzini e l'ingegner Cordeschi stanno lavorando, l'avere riscontrato sul fondo (della valanga, ndr) un metamorfismo costruttivo con una brina di fondo". A tracciare una sorta di 'identikit' della valanga abbattutasi sull'hotel Rigopiano è la guida alpina Maurizio Felici che, lo scorso 5 febbraio, sfidando condizioni meteo proibitive, su incarico del Comune di Farindola ha effettuato un sopralluogo tecnico nella zona. "Ho messo la sonda - ha spiegato Felici - ho fatto una trincea, ho scavato la neve, ho fatto un profilo, ho visto i vari strati all'interno e sul fondo, si chiama brina di fondo, e ho rilevato questo tipo di cristallo. Ero sulla valanga, sui pendii leggermente a monte del distacco più basso, quindi su un pendio caratteristico della valanga. E' un tipo di cristallo che si è potuto formare dopo ma risale all'evento valanga del 18 gennaio scorso". 
Quando si parla di metamorfismo costruttivo ci si riferisce in particolare a un fenomeno per cui i cristalli di grandi dimensioni si accrescono progressivamente mentre quelli piccoli si dissolvono, comportando una perdita di resistenza dello strato di neve trasformato. I dati raccolti dall'esperto dovranno ora essere analizzati. 

Dal 1992 ad oggi, in adempimento alla legge regionale 47 che istituiva la necessità della elaborazione della Carta della localizzazione delle aree che presentano pericoli potenziali di caduta di valanghe (Clpv), sono stati effettuati due studi poi non pubblicati e, solo nel 2014, la Carta Storica della Valanghe, elemento propedeutico al Clpv, mentre nel 2016 viene prodotta la Clpv per area campione. A rilevarlo è l'ingegnere Giorgio Morelli, già responsabile di Meteomont Abruzzo. "Nel 1994 - spiega Morelli - la Regione Abruzzo affida un incarico per un'area campione alla Alpiconsult. Nel 1995 un nuovo incarico per la redazione della Carta storica delle valanghe viene affidata a Cartographia per 70 milioni di vecchie lire e poi prorogato nei termini: l'esito dello studio però non è ritenuto idoneo alla pubblicazione. Nel 2006 viene affidato un ulteriore incarico, sempre per la Carta storica delle valanghe a Collabora Engineering per 100 mila euro, ma neanche questo studio alla fine viene pubblicato". 

Sono rimasti "inascoltati" sin dal 1999 gli allarmi lanciati dal Comune di Farindola agli enti preposti in tema di protezione civile, evidenzia ancora Morelli, secondo il quale "se fossero stati ascoltati, avrebbero potuto darci una mano". "Nel 1999 - sottolinea Morelli - il Comune rilancia, agli organi sovraordinati, per l'esattezza alla Prefettura e alla Provincia, pur mancando l'applicazione della legge 47 (sulla definizione di Carta Storica delle Valanghe e Carta di Localizzazione dei Pericoli da Valanga, ndr) che era del 1992 la relazione della guida alpina Iannetti, relazione che sta sui media, di cui hanno parlato ampiamente tutti i giornali". In quella relazione sostanzialmente Iannetti paventa una ipotesi di pericolo e chiede che si facciano gli studi che sono quelli della Clpv, affinché poi la commissione valanghe comunale, sulla base di quegli studi possa dare un proprio contributo sulla questione della sicurezza. Ma questa segnalazione non ha avuto alcuna risposta dagli enti interessati". "Passiamo al 2017 - fa ancora presente - il sindaco senza avere necessità di riunire la Commissione valanghe diramava a tutte le autorità regionali, provinciali e prefettizie richiesta di aiuto urgente per le condizioni meteo. Il 17 gennaio, giorno prima della valanga, alle 19.29, inviava, come risulta da un estratto del telefono del sindaco, il seguente messaggio al sottosegretario con delega alla protezione civile, Mario Mazzocca: 'presidente ho bisogno di mezzi sgombraneve perché tre su sei in dotazione al Comune non riescono ad operare con questa neve. è possibile fare qualcosa per domani mattina? Considera che siamo senza elettricità, con quattro contrade isolate. Grazie mille' ".

E a margine della conferenza stampa il sindaco Ilario Lacchetta aggiunge: "E' necessario che il Comune di Farindola sia incluso nella zona del cratere sismico per avere una serie di agevolazioni ed è per questo che giovedì pomeriggio abbiamo convocato il consiglio comunale, durante il quale emergerà l'istanza di richiesta di entrata nel cratere sismico. È un momento veramente difficile - ha spiegato il sindaco - noi abbiamo necessità di chiedere con determinazione alla Regione e al Governo che vengano attuate e attivate misure non convenzionali per il rilancio della nostra area. Prima ancora del turismo parlo dell'infrastrutturazione principale, parlo di viabilità, parlo delle scuole, parlo della sanità. Senza queste è impossibile garantire anche i diritti minimi della Costituzione a questi cittadini che sono stufi di essere considerati di serie B e che hanno tutto il diritto di avere queste risposte da chi ci amministra a livello sovraordinato".

21 feb.'17

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