"La situazione emersa è sconfortante, ma se dovesse essere necessario adotteremo misure drastiche e poco importa se saremo costretti a ritirare qualche bandiera blu". Così Paolo Leonzio, referente regionale Fee, commenta il quadro emerso dagli ultimi controlli effettuati nei corsi d'acqua del Vastese.
Acque inquinate a cui vanno ad aggiungersi le allarmanti condizioni dei depuratori. Non sono bastate le numerose segnalazioni inviate alla Sasi e alle autorità competenti. Tutto tace. E le acque continuano a scorrere, trascinandosi dietro di tutto, fino al mare. 
Ed è così che la Fee, l'associazione che assegna le Bandiere blu, ha deciso di presentare esposti alle Procure di Vasto e Lanciano. La situazione era stata più volte dallo stesso Leonzio: "A partire da Vallone Maltempo, sempre nel Vastese, dove non è mai stato provveduto a mettere in sicurezza la vecchia discarica, come se non bastasse il malfunzionamento del depuratore di Cupello. Lo stesso malfunzionamento di depuratori che hanno ovviamente interessato anche il fiume Osento".


"La stagione balneare è iniziata e l'acqua è pulita: così dicono le continue analisi dell'Arta e se così non fosse scatterebbe il divieto di balneazione". E' quanto dichiara, invece, in una nota il presidente della Sasi, Domenico Scutti. "E' paradossale che mentre la Sasi è sensibile come non mai ad una proficua collaborazione con gli organi d'indagine (magistratura, ndr), da altre parti si moltiplichino atteggiamenti più o meno emulativi, tesi a screditare l'operato della società - sottolinea Scutti -. Sfortunatamente questi atteggiamenti danneggiano il territorio, gli operatori e l'intera regione. Mi riservo da questo momento di querelare chiunque diffonda falsità sulla nostra società e sul suo operato. A questo aggiungo l'annuncio di una operazione nella quale coinvolgeremo tutta la stampa, le associazioni ambientaliste e dei consumatori, affinché tutti possano verificare la corretta gestione dei depuratori, nonostante annosi limiti strutturali che ci accingiamo a superare. Siamo orgogliosi del lavoro svolto fino ad ora ma ci rendiamo conto che spesso, si scontenta qualcuno abituato ai privilegi o qualcun altro abituato al modo di fare di un tempo", conclude Scutti. 


La Sasi gestisce il servizio idrico integrato di 92 comuni della provincia di Chieti: di recente 12 depuratori gestiti dalla Sasi sono stati sottoposti a sequestro da parte del Tribunale di Lanciano, su richiesta della Procura a conclusione di due anni di indagini e dopo relazioni tecniche, chimiche e biologiche da parte dei consulenti. Gli impianti sequestrati sono a Lanciano (tre), a Santa Liberata (principale depuratore), a Villa Martelli (uno) e Cerratina (uno). Altri impianti sono stati sequestrati a Treglio (uno), a Rocca San Giovanni (due), ad Atessa (tre); sequestrati uno ciascuno a Santa Maria Imbaro, Bomba e Quadri. La Procura ha riscontrato violazioni ambientali  "persistenti, tuttora in atto e derivanti da una programmatica, pervicace e dolosa gestione degli impianti, del tutto non curante degli esiti negativi dei controlli succedutisi nel corso degli anni, principalmente ad opera dell'Arta". 


Su questo scandalo sono intervenute nei giorni scorsi anche le associazioni Italia Nostra, Giako, Fai delegazione di Lanciano, Ilaria Rambaldi Onlus, Associazione culturale Sant'Egidio, Pro Loco Lanciano, Cittadini in Azione e Tradizionando ieri oggi e domani che hanno annunciato una class action per far restituire ai cittadini i soldi "indebitamente" percepiti dalla Sasi per la depurazione che non c'è stata e  la denuncia alla Corte dei Conti, per tale situazione e per i danni procurati, dal management Sasi, alla collettività e all'ambiente. 22 giu. '15 

Condividi l'Articolo

Articoli correlati