San Salvo (Ch) 15 feb. '15 - Licenziato senza una valida ragione, solo perché non avrebbe risposto ad una raccomandata che... non ha ricevuto. E' quanto denuncia la Confederazione Cobas Chieti. "Alcuni giorni fa - spiegano i Cobas - Mario Menna, operaio alla Denso di San Salvo, iscritto alla nostra Confederazione, è stato improvvisamente licenziato. I motivi sono del tutto pretestuosi: 1) non avere risposto ad una contestazione di addebito; 2) essersi messo in infortunio senza averlo denunciato. Mario - spiegano i Cobas - non ha risposto alla contestazione perché non ha mai ricevuto la relativa raccomandata, ma evidentemente in Italia solo la dirigenza Denso non è sfiorata dall'idea che si possano verificare disservizi alle Poste, pur se nell'altra raccomandata annunciante il licenziamento, che Mario ha regolarmente ricevuto e ritirato, era di nuovo acclusa la medesima contestazione disciplinare. Non era più semplice per i 21 tra direttori e funzionari dirigenti della Denso chiedere in fabbrica direttamente a Mario per quale motivo non avesse risposto alla contestazione? Evidentemente volevano incastrarlo, non ci sono altre parole".


 "Pretestuosa anche la seconda motivazione, in quanto lo stesso direttore delle risorse umane ammette che, quando Mario ha cominciato a star male, ha avvertito il suo capo; però poi sostiene che del suo infortunio non c'è traccia, anche se si contraddice affermando che le richieste di approfondimenti specialistici da parte di Mario in infermeria (quindi qualcuno lo ha visitato) erano eccessivi. E la direzione aziendale è sconcertante quando arriva a sindacare sui malori e sul certificato medico presentato dal malcapitato e rilasciato dall'ospedale di Vasto con cui si attesta l'infortunio in corso". 


 "Siamo di fronte ad un vero e proprio sopruso nei confronti di questo lavoratore e, purtroppo, alla Denso non è il primo e molto probabilmente non sarà l'ultimo, se i dipendenti non si mobilitano in difesa del loro compagno di lavoro e non rivendicano il suo immediato rientro in fabbrica". Già in passato i Cobas hanno evidenziato "l'arroganza della nuova dirigenza Denso, il suo disprezzo per i diritti dei lavoratori, la sua ottusità nel negare le libertà e l'agibilità sindacale in azienda, mentre aumentavano ritmi, turni, carichi di lavoro, multe, assurde richieste ai lavoratori di risarcimento danni, e la flessibilità saliva alle stelle. Il comando padronale alla Denso si esercita attraverso il supersfruttamento dei lavoratori". 


 "A tutto questo si è opposto, con la sua appartenenza ai Cobas, Mario Menna e per questo era ed è scomodo. Il suo licenziamento, per eventuali futili infrazioni, in realtà copre le vere intenzioni della dirigenza Denso: sbarazzarsi dei dipendenti che rivendicano i propri diritti per sé e per tutti. Invitiamo perciò tutti i colleghi  della Denso e non solo a mobilitarsi per impedire questa vergogna antisindacale e lesiva della dignità".

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