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Anno nuovo, calendario nuovo. Arriva l'edizione 2016 de "Il calendario" di Mingo Fante, caratterizzato da un particolare omaggio alla bellezza di mamma ‪‎Majella‬, alle sue grotte che furono rifugio di pastori e briganti e sulle cui rocce, note ora come 'tavola dei briganti', furono incisi nomi e storie. 


Tante le novità presenti nelle ventotto pagine del calendario, tra cui la riproposizione di un editoriale del giornalista Indro Montanelli apparsa sulla "prima" del quotidiano Il Corriere della sera del 6 marzo 1971. Nell'articolo, Montanelli scriveva di un convegno promotore del Parco Maiella tenutosi a Torricella Peligna (Chieti) che venne portato all'attenzione del giornalista dalla ProLoco, guidata, al tempo, da Lelio Porreca. L'articolo introduce, nelle pagine del calendario, la parte dedicata alla 'Montagna Madre' con sezioni dedicate alla "Banda della Maiella", a episodi di storia del brigantaggio locale, dati statistici ed un elenco delle bande di briganti operanti, tra il 1861 ed il 1870, in Abruzzo. Uno spazio è dedicato anche all'aspetto della cultura materiale che riguarda l'alimentazione con "le sette ricette da salvare" in quanto legate alle attività tradizionali come la pastorizia, la raccolta delle erbe mangerecce spontanee o la produzione dell'olio, ma anche alle ricorrenze. Oltre a ‪ Torricella Peligna‬, i luoghi presenti sul calendario sono quelli che Mingo‪ Fante‬ frequentò: ‪ Gessopalena‬, ‪‎Pennadomo‬, ‪Colledimacine‬, ‪Casoli‬,‪ Fara San Martino‬, ‪‎Roccascalegna‬ raffigurati con foto, disegni e frasi, con frammenti dei demologi Gennaro Finamore e Antonio De Nino di cui viene anche recuperata la bella e rara "Rappresentazione dei Mesi di Torricella Peligna" del 1881. Il racconto della propria terra e l'amore per il sud occupa la parte centrale con brani di Ida Gallo e del "paesologo" Franco Arminio. Il ‪ calendario‬, con i mesi, i giorni ed i santi scritti in dialetto, inoltre contiene molto altro ancora sui nostri "luoghi-Comuni", le genti, le usanze e costumanze. L'aforisma di copertina è di Lelio Porreca. In contro-copertina, invece, è presente una breve riflessione di Mingo Fante sull'influenza della toponomastica nella rappresentazione dei luoghi, di un fondamento da rieleggere in funzione di conoscenza della storia letta dalla parte dei nativi e degli "ultimi". 07 gennaio '16

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