Da gennaio senza casa, nonostante siano in lista d’attesa per un alloggio da diversi anni. E’ l’odissea che sta vivendo una famiglia residente, da circa venti anni, a Santa Maria Imbaro (Ch) e che necessita di un alloggio. Abitazione disponibile ma non assegnabile a causa di mancanza di manutenzione.
A denunciare la situazione è lo sportello As.i.a (Associazione Inquilini e Abitanti) del sindacato Usb (Unione sindacale di base) a cui si è rivolta la famiglia composta da marito, che ha il 75% di invalidità, moglie e figlia minorenne che soffre di asma. Lo sportello As.i.a. sta portando avanti diverse iniziative per far valere i diritti della famiglia coinvolta: “Questa denuncia – spiega il delegato regionale Marco Iasci (nella foto) - è conseguente alla diffida, inviata al Comune, tramite posta elettronica certificata, per l'assegnazione dell'alloggio verso la famiglia che risulta beneficiaria a seguito dell'ultima graduatoria definitiva pubblicata sul Bura del 26/05/2010. La famiglia ha rinnovato la domanda per l’alloggio sia nel 2014 e sia quest’anno, proprio attraverso la diffida da noi inviata, dichiarando la permanenza dei requisiti e delle condizioni come previsto dal bando di gara e dalla legge regionale del 25 ottobre 1996, numero 96, che regola la materia”.  
La situazione va avanti da tempo e, carte alla mano, il sindacato ha smentito l’affermazione secondo la quale la graduatoria, pubblicata a fine 2009, non sarebbe più valida, considerato che non c’è stato un altro bando, come previsto dalla legge: “Ciò smentisce l'affermazione del sindaco di Santa Maria Imbaro, la quale ha recentemente affermato che la graduatoria non è più valida. E' dunque dovere del sindaco provvedere agli interventi di manutenzione al fine di assegnare l'alloggio alla famiglia in questione”. La famiglia versa in precarie condizioni economiche: la donna vive di lavori saltuari mentre il marito, proprio a causa della sua invalidità, non ha uno stipendio fisso, lavorando solo per brevi periodi. Ragioni che hanno portato allo sfratto dal precedente alloggio dopo la citazione in giudizio: “Siamo ospiti di una famiglia da gennaio – racconta la donna visibilmente provata – ringraziamo tutta la comunità di Santa Maria Imbaro che si è stretta vicino a noi e ci sta dando una mano. Siamo anche disposti ad eseguire i lavori di manutenzione di cui necessita l’alloggio, pur di avere riconosciuto il nostro diritto. Abbiamo solo bisogno di un tetto, nulla di più ma, al momento, ciò non sembra possibile”. Il Comune non è rimasto fermo, ha proposto diverse soluzioni alla famiglia tra cui quella di vedere tra le case in affitto. Soluzione che, secondo lo sportello As.i.a., non è percorribile: “Purtroppo – riprende Marco Iasci - i canoni di locazione si aggirano intorno ai 500 euro al mese, a fronte del reddito familiare discontinuo e ammontante a 650 euro. Se per il sindaco questa non è un'emergenza abitativa ci troviamo a dover giudicare questa considerazione come gravissima”.  

La famiglia protagonista, suo malgrado, della vicenda era terza in graduatoria. Attualmente, invece, è al primo posto visto che il secondo classificato si è trasferito in un comune limitrofo, mentre il primo ha ricevuto l’assegnazione. In conclusione, Iasci afferma: “Con la diffida ribadiamo che attendiamo una risposta positiva per risolvere questa ingiusta situazione entro venerdì 18 maggio 2018. Ricordiamo pertanto che la mancata o ritardata assegnazione risulta produttiva di danni patrimoniali e non patrimoniali nei confronti della famiglia. Danni che verrebbero risarciti dalle casse del Comune facendo dunque un danno a tutti i cittadini di Santa Maria Imbaro”. 15 maggio ‘18 

Piergiorgio Di Rocco


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