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Lanciano (Ch) 25 maggio '15 - Non ci sarà nessun nuovo ospedale a Lanciano, almeno secondo il consigliere comunale dell'opposizione Manlio D'Ortona (Forza Italia). D'Ortona spiega: "La programmazione regionale che prevedeva la realizzazione di cinque nuovi ospedali nel territorio abruzzese a Lanciano, Vasto, Sulmona, Avezzano e Giulianova - attacca - è, nei fatti, cancellata con una delibera di giunta regionale a favore dell'ospedale di Chieti per realizzare un nuova edificio da 200 posti letto più l'adeguamento della struttura esistente". (clicca sull'immagine per ingrandire) 

"Si vanno a prendere i soldi nello stesso fondo destinato alla copertura finanziaria per la realizzazione dei cinque ospedali previsti in Abruzzo e tra questi Lanciano - prosegue D'Ortona - La Regione Abruzzo ad oggi dispone per investimenti in edilizia sanitaria di 317.000.000 € ex art. 20 Legge 67/88. Ma ancora più grave è il tacito assenso della giunta del sindaco Mario Pupillo che accetta senza se e senza ma questa decisione che azzera un importante investimento sul futuro economico e sanitario di questo comprensorio e che mette la parola fine alla realizzazione dell'ospedale nuovo previsto a Lanciano. Non è più una questione di scelta sul dove fare l'ospedale - sul sito dell'attuale Renzetti, a Villa Martelli oppure Villa Elce o ancora località Sant' Onofrio - ma semplicemente prendere atto che non si farà più nessuno ospedale nella nostra città". 


D'Ortona prosegue: "Su questo tema c'era un preciso impegno sancito con un consiglio comunale straordinario, svoltosi nel novembre 2011, che condivideva la necessità di rispondere a questa richiesta di eccellenza di offerta sanitaria ovvero la realizzazione dell'ospedale nuovo a Lanciano per i bisogni di questo territorio e comprensorio. Un impegno come al solito non rispettato". 
Infine: "Posso solo rilevare che: primo, nonostante una filiera politica Regione Abruzzo - Provincia di Chieti e Comune di Lanciano completamente in sintonia, la nostra città e il suo territorio di riferimento rimangono fuori sia dalle piccole scelte che da quelle strategiche e di lunga visione come la sanità. Secondo, continuare a mostrarsi difensori della sanità frentana, con questi fatti e risultati, è paradossale e ridicolo".

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