Per la doppia carica di Luciano D'Alfonso, governatore della Regione Abruzzo e senatore eletto con il Pd alle ultime elezioni politiche del 4 marzo scorso, "non sussistono cause di incompatibilità". Lo ha deliberato la Giunta per le elezioni del Consiglio regionale d'Abruzzo con i voti della maggioranza dei capigruppo consiliari. La decisione sul procedere o meno alla contestazione dell'incompatibilità - ha deliberato ancora la Giunta - spetterà al Consiglio regionale che si riunirà giovedì 3 maggio. Contro la decisione insorgono le opposizioni. I consiglieri 5 Stelle parlano di "un atteggiamento di prepotenza istituzionale paradossale e in spregio della democrazia", mentre Fi sottolinea che "D'Alfonso antepone vergognosamente i propri interessi personali al regolare funzionamento dell'assemblea regionale". Dal canto suo, il Consiglio regionale è chiamato a valutare se le condizioni di incompatibilità vengano ad esistere giuridicamente dopo la convalida dello stesso senatore nella carica, ad opera della Giunta per le elezioni del Senato. 

La Giunta per le elezioni del Consiglio regionale, si legge in una nota dei consiglieri regionali e capigruppo presenti all'incontro, Sandro Mariani, Lucrezio Paolini, Maurizio Di Nicola e Lorenzo Berardinetti "ha preso atto del contenuto della nota fatta pervenire all'attenzione della Giunta dal senatore D'Alfonso con la quale ha rappresentato il proprio diritto-facoltà di optare per una delle due cariche elettive nei termini previsti dal regolamento del Senato". "La maggioranza dei capigruppo consiliari ha deliberato di demandare all'intero Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 20 comma 4 del regolamento interno di funzionamento del Consiglio, la decisione sul procedere o meno alla contestazione dell'incompatibilità". Nella relazione di D'Alfonso, di otto pagine, si mette in evidenza in particolare che la causa di incompatibilità avvenga dopo la convalida da parte della Giunta per il regolamento del Senato altrimenti si potrebbe creare quella che il governatore, a pagina 4 della relazione, definisce "l'assurda conseguenza di essere escluso da entrambi i mandati". D'Alfonso poi cita i "casi eclatanti" di mancata convalida che ha coinvolto Garibaldi o Giuseppe Mazzini. "Soprassediamo sul ridicolo paragone del governatore con le figure di Mazzini e Garibaldi e andiamo nel merito della vicenda - sottolinea il capogruppo di Fi, Lorenzo Sospiri - che non è opinabile. Attualmente D'Alfonso occupa due poltrone incompatibili tra loro per legge, e il presidente-senatore lo sa benissimo. E lo dimostra il suo disperato tentativo, concretizzato in una lettera di otto lunghe e noiose pagine, di trovare scappatoie linguistiche, burocratiche, escamotage per quella che vuole essere una vera e propria furbata politico-amministrativa". 

Secondo i consiglieri regionali del M5s, Sara Marcozzi, Pietro Smargiassi, Domenico Pettinari, Gianluca Ranieri e Riccardo Mercante "è un atto di equilibrismo istituzionale che vede conniventi tutti i capigruppo di maggioranza: Sandro Mariani, Maurizio Di Nicola, Lorenzo Berardinetti e Lucrezio Paolini. Astenuti il presidente del Consiglio Di Pangrazio e Mario Olivieri. Ancora una volta la maggioranza pone la carriera politica del presidente D'Alfonso davanti agli interessi della comunità abruzzese". 
26 aprile 2018

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