Pescara - "Il 2015 è stato migliore del 2014, ma la situazione in Abruzzo resta difficile". E' il quadro delineato dal segretario generale della CIsl Abruzzo Maurizio Spina, che questa mattina in conferenza stampa, a Pescara, ha illustrato i dati elaborati dall'Ufficio studi "M.Ciancaglini" del sindacato. Presente anche l'economista Giuseppe Mauro. Nello specifico, l'economia abruzzese, nel 2015, accentua il dualismo presente nel tessuto industriale: le grandi industrie e le Pmi restano competitive in termini di prodotto e innovazione, grazie alle esportazioni, che confermano il trend positivo, con un miglioramento del 3,5%. Le grandi aziende hanno ricominciato ad investire, ma le imprese abruzzesi, più in generale, non hanno ancora superato le difficoltà, specialmente per quanto riguarda quelle artigiane. Nel mondo delle piccole e micro aziende il tasso di crescita è negativo e il numero degli occupati diminuisce. Le cause sono diverse: domanda interna che fatica a risalire; politica creditizia penalizzante; scarsa propensione ad innovare."Le micro e piccole imprese, insieme all'artigianato - sottolinea Spina - rappresentano più dell'80% del tessuto imprenditoriale della nostra regione e sono assolutamente vitali per una solida ripresa dello sviluppo locale. Un segnale significativo arriva dall'andamento del Pil regionale che nel 2014 è sceso del 2,4%, ma le previsioni per il 2015 sono di segno positivo, indicano una ripresa, anche se fragile (+0,3%). I primi nove mesi del 2015 confermano il buon andamento degli scambi con l'estero, con un miglioramento del 3,8% per le esportazioni". Le dinamiche territoriali nel trimestre segnalano il consolidamento della prevalenza della provincia di Chieti, che rappresenta oramai quasi i due terzi dell'export regionale, mentre quella aquilana non riesce a riprendersi e continua a perdere competitività. Nel terzo trimestre 2015 continua la flessione degli occupati in Abruzzo: l'Istat registra quattromila persone in meno rispetto allo stesso periodo del 2014, confermando che il periodo di crisi non è ancora terminato. Nel 2015, il tasso di occupazione della popolazione tra 15 e 64 anni è diminuito di quasi 6 punti percentuali rispetto ai primi nove mesi del 2009. I posti di lavoro sono in crescita nell'industria (+14mila) e solo quest'ultimo settore ha recuperato i livelli pre-crisi del 2008.


Nel confronto con il terzo trimestre 2014 emerge un altro dato rilevante: assieme agli occupati scendono anche i disoccupati, e si riduce la popolazione che lavora o cerca un lavoro; una flessione marcata del tasso di attività che, secondo il sindacati, segnala la presenza di una sfiducia diffusa tra i disoccupati, soprattutto tra i giovani. Si consolida l'occupazione stabile, anche grazie agli incentivi previsti dal Jobs act, ma scende quella precaria. Anche l'Inps conferma infatti che il mercato del lavoro rimane stazionario, perche' il numero di contratti complessivamente attivati è leggermente inferiore a quelli del 2014. La nuova occupazione, secondo la Cisl, " e' dunque piu' stabile, ma in gran parte sostitutiva e non aggiuntiva". Sul fronte delle politiche passive, aumentano di quasi il 20% i cittadini abruzzesi disoccupati che hanno potuto contare, fino al mese di novembre di quest'anno, su interventi a sostegno del reddito. Continua invece il crollo della cassa integrazione determinato da una probabile ed incerta ripresa della economia regionale, ma anche dalla cessazione dell'attivita' di molte imprese che avevano fatto ricorso agli ammortizzatori e dalle nuove disposizioni restrittive introdotte dal Governo. "E' necessario - evidenzia Spina -sostenere il lavoro attraverso politiche attive, la costituzione di un efficace e capillare Sistema regionale per l'impiego e la proroga del Progetto Garanzia Giovani. Il presidente D'Alfonso - prosegue Spina - non deve venire meno agli impegni presi: come la realizzazione di un patto per attrarre nuovi investimenti. E' importante, per riportare l'Abruzzo ad un livello competitivo e per rilanciare i consumi, abbassare la pressione fiscale locale. Il Masterplan deve essere subito attivato e contestualmente vanno impegnate le risorse restanti dei fondi europei sull'industria, l'agricoltura, la pesca e le aree interne. Dobbiamo essere capaci di dare risposte ai cittadini che continuano a fare i conti con la politica dei tagli: è tempo di completare la riorganizzazione della rete ospedaliera e di realizzare un vero e proprio sistema sociosanitario integrato. La Regione, inoltre, deve proseguire la strada delle riforme con maggiore coraggio e decisione, per recuperare risorse e crescere in efficienza. Un processo di cambiamento, quello abruzzese, che trova ancora diffidenze e difese corporative, che minano il futuro", conclude il segretario della Cisl. 

30 dicembre '15

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