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Lanciano (Chieti) 18 nov. '14 - Sei ore di dibattitto per decidere... di non decidere. Rimandata ancora una volta la decisione finale sull'ampliamento dell'istituto "Cesare De Titta" di Lanciano, un rinvio che sembra una beffa. Il progetto prevede la costruzione di un nuovo edificio - da quattro piani e con sedici nuove aule, per un costo di 1.630 mila euro - a ridosso delle mura storiche e del torrione aragonese, ossia in pieno centro storico. Il motivo del rinvio proposto e firmato da dieci consiglieri di maggioranza, riguarda il poter "verificare e approfondire la possibilità da parte della Provincia di Chieti di utilizzare i finanziamenti Cipe destinati all'ampliamento a all'adeguamento dell'istituto De Titta, per la messa in sicurezza dell'edificio esistente dello stesso istituto scolastico richiedendo all'Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere un preventivo parere scritto su tale possibilità". Scelta, quella del rinvio, che ha ulteriormente alimentato il già teso clima della riunione. Non è la prima volta che la giunta Pupillo sceglie il rinvio per discutere su questioni spinose: già con il registro delle unioni civili si decise di rinviare la scelta e di quel tema non si è ancora discusso... 


Non è stata una discussione serena e le quattordici associazioni presenti al Consiglio sono soddisfatte a metà: "Siamo riusciti a portare sotto i riflettori una questione che riguarda la parte storica della città e il rinvio fa sperare ad una presa di coscienza da parte dell'amministrazione su quello che è il nostro patrimonio storico e culturale. La questione non finisce qui e presenteremo il nostro documento alle Soprintendenze competenti e agli altri enti". 


Non sono mancate tensioni... "Sono andato via dal consiglio perché sono stato deriso da qualcuno che reputavo corretto. Battutine di stampo politico in questa vicenda verso di me erano fuori luogo - afferma Vincenzo Giancristofaro, presidente Pro loco Lanciano - perché la vicenda è tutto tranne che politica". 
Mentre Maria Grazia Piccinini, dell'associazione Ilaria Rambaldi Onlus, parla di "scarsa sensibilità, mancanza di rispetto per la cultura, per l'ambiente e la storia di Lanciano". Le fa eco Domenico Maria Del Bello, delegazione Fai di Lanciano: "La tutela del patrimonio non è una passione né una deviazione mentale ma una legge. C'è poco rispetto per i reperti archeologici che parlano del nostro passato che vengono bollati come roba vecchia di cui disfarsi". Nella relazione presentata dalle associazioni, corredata con dati e fotografie, c'è un punto fondamentale: "Dal progetto, in particolare dal computo metrico, non si evince spesa alcuna per il ripristino e la sistemazione dell'area su cui giace il fabbricato denominato 'scuola all'aperto', di cui si prevede la demolizione, venendo altresì meno alle prescrizioni della Soprintendenza (parere del 22 aprile 2013) e del Decreto legislativo numero 42, art. 30 comma 1 in ordine a "...l'obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione del bene da tutelare. Insomma, non si prevede in progetto né la sistemazione dell'area e tantomeno il ripristino delle mura antiche". 5.500 metri cubi di cemento su un terreno fragile, non adatto. Un posto dove non si può costruire al di sotto del quale c'è un patrimonio archeologico da tutelare, si può, invece, costruire in un altro posto ed è questo che chiedono le associazioni: "Il decreto 89 del 27.11.2011 riguardante la rimodulazione del Piano di interventi in materia di edilizia scolastica, modifiche e integrazioni al decreto del Commissario delegato per la ricostruzione numero 61 del 17 maggio 2011 prevede la possibilità di realizzare interventi di natura sostitutiva in luogo di un intervento di riparazione e messa in sicurezza. Nel caso di specie, ciò risulta compatibile con la dichiarazione di del progettista circa la inadeguabilità del complesso dell'ex scuola all'aperto. Da questo deriva che l'ampliamento scolastico di progetto si sarebbe potuto dislocare in un'area diversa da quella proposta, assolvendo alle necessità scolastiche palesate in progetto senza, per questo, compromettere l'integrità dell'antico e pregevole complesso murario di Porta Santa Chiara e senza apportare un ulteriore carico urbanistico nella zona". 


"Non si tratta, infine, di un semplice ampliamento - conclude Vincenzo Giancristofaro - ma della realizzazione di un edifico nuovo per  oltre 400 studenti. Un mostro di cemento in un area fragile e vincolata. Ma ciò che non sopporto è che nella relazione sul progetto sono state omesse delle documentazioni fondamentali. Con quelle documentazioni il progetto non sarebbe stato approvato. La colpa è di tutti perché la vicenda va avanti da molto tempo. Quei fondi possono essere usati per altri progetti". 


Sembra che l'unico rimasto a favore del progetto sia Mario Pupillo, sindaco di Lanciano e presidente della Provincia di Chieti, che attenderà un ulteriore sopralluogo della zona per le verifiche del caso (l'area fa parte del centro storico) prima di dare inizio ai lavori. All'assise civica erano presenti rappresentanti delle associazioni: Fai (fondo ambiente italiano) delegazione di Lanciano; associazione Ilaria Rambaldi Onlus; movimento civico Cittadini in Azione; associazione culturale Italia Nostra; Polis Frentana; Pro Loco Lanciano; associazione Giako; associazione culturale Sant'Egidio; associazione culturale Nuova Lanciano; associazione culturale Tradizionando ieri, oggi e domani, Nuovo Senso Civico e LiberalPd Lanciano. Assenti, invece, per impegni precedenti i progettisti della Provincia di Chieti. 



Piergiorgio Di Rocco 

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