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Lanciano (Ch) - Il Consiglio comunale di Lanciano, con largo consenso, dà l'okay alla nascita di uno Sprar a Lanciano, un centro per l'accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati. Il progetto, già approvato dalla giunta, con delibera 177 del 2017, e che sarà presto inoltrato al ministero dell'Interno, ha quindi avuto il nulla osta: a favore i gruppi di maggioranza (Pd, Insieme@sinistra, Progetto Lanciano, Lanciano in Comune, Lanciano Vale) e quelli di Nuova Lanciano e di Lanciano al Centro. Astenuti, ma solo perché avrebbero voluto più delucidazioni e più risposte in merito, Forza Italia e Libertà in Azione. Non erano presenti in aula i rappresentanti di Lanciano Popolare-Udc.

L'iniziativa viene illustrata dall'assessore alle Politiche sociali, Dora Bendotti. Che, oltre a ricordare il dramma dei migranti, tra sciagure e miseria, spiega le ragioni, anche pratiche, di tale scelta, che porterà a Lanciano, complessivamente, un numero massimo di 90 immigrati. E che condurrà, a mano a mano, allo svuotamento e alla chiusura del Cas (Centro di accoglienza straordinaria) di località Villa Elce, dove, attualmente, ci sono 25 africani. "Nell'agosto 2016 - riferisce Bendotti - senza preavviso alcuno, la Prefettura ha stabilito l'apertura del Cas di Villa Elce". Gestito dalla cooperativa Matrix. "In meno di un anno - evidenzia - i ragazzi qui presenti sono stati coinvolti in diverse attività: ci siamo distinti per la buona accoglienza. Il nostro è un circolo virtuoso, in cui vogliamo continuare ad operare, sempre meglio". 
Perché uno Sprar?

Perché possono essere ospitate anche famiglie, anche donne con bambini. Perché lo Sprar è, a livello nazionale, sistema di riferimento per la seconda accoglienza: vi arrivano cioè solo richiedenti asilo e protezione internazionale. "Soggetti, in sostanza, ai quali è stata già riconosciuta una qualche forma di protezione". 
Nel 2015 gli Sprar, in Italia, hanno dato assistenza a 29.761 persone, su 21.613 posti disponibili. Circa 800 i Comuni coinvolti, 430 i progetti: questi i dati di Anci e Cittalia che fotografano lo stato della rete di seconda accoglienza, "a supporto di una migrazione che sia davvero l'occasione per avviare una nuova vita". Gli assistiti vengono per lo più da Nigeria (15,2%), Pakistan (12,5%) e Gambia (12,2%) e l'88% sono maschi.

Ogni Comune, da indici ministeriali e da accordi, può accogliere 2,5 immigrati per ogni 1.000 abitanti. Per cui in città, a conti fatti, potranno arrivare al massimo 90 rifugiati. "Questa operazione - sottolinea Bendotti - porterà anche al blocco dell'apertura indiscriminata di altri Centri di accoglienza". E i giovani che sono ora a Villa Elce o confluiranno nello Sprar, se hanno i requisiti, o verranno mandati altrove.

Un progetto triennale, da 3 milioni e mezzo di euro, interamente finanziato dal ministero, che dovrà valutarlo e sottoporlo ad approvazione. "Ci sarà un bando europeo per la realizzazione, l'organizzazione e l'affidamento dello Sprar". E i migranti - è stata la richiesta di diversi consiglieri - per una maggiore integrazione, non dovranno essere ghettizzati in una solo struttura, ma collocati in più edifici e in diverse zone della città. 

Il sindaco, Mario Pupillo, parla di "Mar mediterraneo rosso sangue" e di Lanciano "città del Miracolo Eucaristico". "Allora - chiede - come possiamo non accogliere, non integrare, non includere?" Una discussione pacata, e anche piena di umanità, ed accorata... Ma la presenza, seppur tacita e discreta, nella zona riservata al pubblico, di due ragazzi di CasaPound, scatena il panico di alcuni amministratori comunali di maggioranza. Che allertano le forze dell'ordine: in municipio arrivano polizia -  la Digos -, e i carabinieri, obbligati a restare, immotivatamente, fino a tardissima ora, a presidiare i corridoi che conducono all'aula consiliare. Mentre una gazzella dei carabinieri staziona, per tutta la durata dell'assise, davanti all'ingresso del Comune. 30 maggio 2017

Serena Giannico
Foto Andrea Franco Colacioppo. In alto l'aula consiliare, in basso le forze dell'ordine nei corridoi del Comune
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