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Cocullo (Aq) - Erano più di 20mila nelle piazzette e sulle stradine del centro storico di Cocullo, arrivati da tutta Italia e anche dall'estero per il suggestivo rito dei "serpari" a Cocullo che caratterizza la festa di San Domenico Abate. Le celebrazioni si sono aperte con la messa officiata dal vescovo della diocesi di Sulmona-Valva, Angelo Spina, presenti in chiesa il sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli, la senatrice Stefania Pezzopane, il presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso con i sindaci della Valle Sagittario e della Valle Peligna. 

Poco dopo mezzogiorno il santo è uscito dalla chiesa ed è stato circondato dai serpari che hanno posto le serpi intorno alla testa e al busto della statua. Le serpi vengono catturate da mani esperte, per una tradizione che si tramanda di padre in figlio, dal 19 marzo. Le serpi, di specie non velenose, vengono custodite in cassette di legno o di vetro. Accanto alla statua del santo due ragazze con abiti tradizionali  e con sulla testa un cesto con cinque pani sacri chiamati "ciambellani" in memoria di un miracolo. Questi pani vengono donati per antico diritto ai portatori della sacra immagine e del gonfalone. La processione si è fatta largo a stento tra la grande folla. La leggenda che accompagna la tradizione vuole che il santo, cavandosi un dente e donandolo alla popolazione di Cocullo, fece scaturire una fede che andò a soppiantare il culto pagano della dea Angizia, protettrice dai veleni tra cui quello dei serpenti. Altro segno tradizionale è quello dei devoti che tirano con i denti la campanella della cappella di san Domenico, all'interno della chiesa omonima. 

Quest'anno la festa è stata visionata da Giovanni Zanfarino e Stefania Baldinotti, componenti della commissione dell’Unesco, chiamati a valutare se la tradizione potrà essere inserito tra i beni immateriali dell’umanità. La speranza è che presto il vessillo dell’Unesco sventoli sul suggestivo borgo d’Abruzzo. Il dossier del rito dei separi di Cocullo è sul tavolo dell’Unesco dallo scorso 23 gennaio. La pratica per il riconoscimento del rito dei serpari come patrimonio immateriale dell'umanità dell'Unesco viene portata avanti grazie a un lavoro di rete e sinergia che ha coinvolto tredici comuni, otto dei quali abruzzesi. 02 maggio 2017

Le foto della manifestazione sono di Domenico Cavacini. Cliccare su immagini per ingrandire
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