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Sulmona (L'Aquila) 16 marzo '15 -  Tutti in strada, sfidando il maltempo, per dire no alla chiusura del punto nascita di  Sulmona. La dicitura "Nato/a a: Sulmona" , infatti, rischia di scomparire dalla carta d'identità a seguito del riordino dei punti nascita voluto dalla Regione Abruzzo. Sulmona non è l'unica città a rischiare, a farle 'compagnia' in questa triste lista ci sono anche i comuni di Atri (Te), Penne (Pe) ed Ortona (Ch). 
I cittadini non ci stanno e, nonostante la pioggia ed il freddo, questa mattina hanno deciso di protestare: in centinaia hanno infatti aderito alla manifestazione 'Salvaguardia del punto nascite sulmonese', organizzato dai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Nursind. Il ritrovo era davanti all'ospedale dell'Annunziata di Sulmona, poi il corteo ha sfilato fino al punto in cui dovrebbe sorgere il nuovo ospedale e, simbolicamente, è stata dissotterrata la prima pietra e sono stati poggiati dei fiori come se si trattasse di una tomba.


 "Ci stanno prendendo in giro - affermano i sindacalisti di Cgil, Cisl, Uil e Nursind - ci dicono che vogliono realizzare l'ospedale e intanto chiudono i reparti. Questo è solo l'inizio di una lotta dura e decisa che andrà avanti fino a quando il territorio non riavrà tutto quello che gli è stato tolto." 
Non sono mancati piccoli momenti di tensione: le forze dell'ordine volevano impedire l'accesso al cortile dell'ospedale visto che i cittadini scesi in piazza, tra cui anche mamme con passeggini e nonne, non avevano le autorizzazioni necessarie, poi ottenute. In rappresentanza del sindaco di Sulmona Giuseppe Ranalli impegnato in Consiglio regionale sulla questione, c'erano la consigliera Roberta Salvati e l'assessore Stefano Goti. Non sono mancati il sindaco di Pratola Peligna (L'Aquila) Antonio De Crescentiis assieme a tutta la maggioranza; il vice sindaco di Campo Di Giove, Stefano Di Mascio; i consiglieri di minoranza Alessandro Lucci, Luigi La Civita, Luigi Santilli, Alessandro Pantaleo e Gianfranco Di Piero; e poi Gabriele Tedeschi, presidente dell'ordine degli avvocati e molti rappresentanti sindacali oltre ai tanti dipendenti del presidio sanitario in camice. 


Sulla vicenda è intervenuto anche il sindacato Fials. In una nota Mauro Incorvati, segretario provinciale, afferma: "Il sindacato Fials esprime la massima solidarietà a qualsiasi manifestazione contro la chiusura del punto nascite di Sulmona, ma dopo le varie iniziative risultate infruttuose (raccolta firme, etc.), abbiamo promosso con lo studio legale Valeri un ricorso al Tar avviando a nostro carico una causa legale contro il decreto 10 del Commissario alla sanità che stabilisce la chiusura di 4 punti nascita nella Regione Abruzzo". Incorvati spiega che: "A nostro avviso, il decreto presenta, tra le altre cose, un palese vizio di illogicità e comporterà enormi sacrifici e pericoli a carico dei cittadini delle aree interne, date le distanze con gli ospedali di riferimento (Avezzano - L'Aquila) superiori ai 40 minuti di percorrenza - parametri stabiliti dal decreto ministeriale perché rientri nel percorso sicurezza. Si precisa che non si è determinata nessuna spaccatura sindacale, la Fials ha rivolto critiche solo alla classe politica in generale, infatti dopo anni di proposte, suggerimenti, di manifestazioni e di articoli abbiamo ritenuto di passare ai fatti sperando di poter concretamente difendere il nostro territorio nelle sedi opportune". 


La chiusura dei punti nascita degli ospedali di Sulmona, Atri, Ortona e Penna era già stato discusso in consiglio regionale lo scorso 24 febbraio e non senza polemiche con esponenti dell'opposizione che hanno sonoramente protestato indossando magliette con la scritta 'Vietato nascere in Abruzzo'. Oggi, invece, doveva esserci una revisione ma così non è stato stando a quanto afferma Mauro Febbo, presidente della commissione di vigilanza del Consiglio regionale: "Dov'è l'annunciata nuova risoluzione della maggioranza sul tema del riordino dei punti nascita? Non pervenuta in aula. Forse non hanno trovato la quadra?" Febbo prosegue e spiega: "Stando alle dichiarazioni dai rappresentanti della maggioranza rilasciate nei giorni scorsi oggi sarebbe stato portato all'esame del Consiglio regionale un documento sul quale stavano lavorando i consiglieri Mariani (Pd), Di Nicola (Cd), Paolini (IdV), Berardinetti (Rf), Monticelli (Pd), oltre all'assessore Mario Mazzocca. Il testo finale tra l'altro doveva essere discusso nel corso di una riunione di maggioranza in programma sabato scorso. Ma non è arrivato nulla: nessun documento e nessuna presa di posizione chiara da parte di questa maggioranza che ancora una volta, purtroppo, si ferma agli inutili spot elettorali senza però passare ai tanto auspicati atti concreti. Anche su questa delicata vicenda, che vede coinvolti interi territori e migliaia di cittadini abruzzesi, dobbiamo constatare l'assoluto pressapochismo del centrosinistra che probabilmente non è riuscito a giungere a una sintesi che portasse a un documento realmente condiviso da tutte le forze presenti nella maggioranza." 


Sulla stessa lunghezza d'onda il Movimento 5 Stelle: "Nei giorni scorsi la maggioranza aveva annunciato una risoluzione sui punti nascita. Doveva, infatti, arrivare durante il Consiglio Regionale di oggi la soluzione placebo annunciata con gran clamore alla stampa. Peccato che la risoluzione sparisca senza lasciare traccia. D'Alfonso, in grande difficoltà sull'argomento punti nascita, obbliga i suoi consiglieri a ritirare la Risoluzione. Ancora una settimana di tempo, chiede la maggioranza, per quelle coccole promesse ai pazienti dalla Regione 'facilissima e velocissima'. Il Movimento Cinque Stelle e le mamme abruzzesi attendono fiduciose un segno di vita dal 'risolutore' Luciano D'Alfonso". Consiglio che in ogni caso si è tenuto, al termine del quale il presidente Luciano D'Alfonso ha incontrato sia  il sindaco di Sulmona che gli amministratori dello stesso centro assieme ad alcuni di Ortona. Il governatore ha spiegato che nell'incontro con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin si batterà per cambiare la decisione pur sottolineando che l'Abruzzo, essendo Regione commissariata, non ha autonomia decisionale e quindi si dovrà discutere su questo aspetto dei punti nascita oltre che con il ministero della Salute anche con quello del Tesoro: “Leggo in questo caso anche lo sforzo dei parlamentari e dei sindaci, con il ministro Lorenzin ci sarà un colloquio che darà riferimenti precisi. Sottolineo che non abbiamo antipatia verso il miglioramento dei servizi per la sanità in Abruzzo, anzi stiamo lavorando per una qualità più puntuale.” Giuseppe Ranalli, sindaco di Sulmona presente alla seduta del consiglio regionale, ha dichiarato la sua soddisfazione: “Un piccolo passo perché si potrà spiegare al ministero che la decisione sui punti nascita non può passare solo per i numeri, ma anche sui principi di distanza e sicurezza e in questo senso Sulmona per questioni di orografia deve vedere la conferma del punto nascita”.

 

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