GUARDA LE FOTO
"Quale segno di protesta e tangibile solidarietà nei confronti dei lavoratori, ma anche perché ciò possa far comprendere al management della Dayco la forte apprensione ed attenzione che si sta vivendo". Con queste motivazioni, alle 14 di oggi, il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, in un gesto eclatante, si reca in Prefettura e consegna la fascia da primo cittadino nelle mani del capo di gabinetto del prefetto Antonio Corona, "chiedendo di conservarla fin quando questa storia non sarà trattata con la dovuta attenzione da parte del Governo e dalla Regione, con il solo e unico obiettivo di restituire speranza ai lavoratori"Di Primio poco prima ha preso parte, a Chieti, alla protesta dei dipendenti Dayco, in sciopero dopo che l'azienda ha annunciato 135 esuberi. La Dayco è multinazionale americana leader mondiale nella produzione di cinghie per auto.

Sono 400 i lavoratori, arrivati anche da Manoppello, riuniti davanti ai cancelli della fabbrica di Chieti Scalo che - viene evidenziato - "non è in crisi, anzi la produttività è aumentata". Ad illustrare quanto sta accadendo sono Carlo Petaccia e Domenico Ronca, della Filctem Cgil che hanno incontrato l'amministratore delegato Dayco, Nick Orlando:  "Hanno intenzione - spiegano i sindacalisti - di colpire il cuore dell’azienda, dimezzando il settore "Ricerca e sviluppo", tagliando, chiudendo il magazzino di Manoppello. Il futuro di 656 famiglie è incerto. La Regione e diversi parlamentati stanno cercando di far aprire un tavolo di trattative a Roma, al ministero dello Sviluppo economico L’azienda ha pure denigrato i lavoratori, chiamandoli nullafacenti".
"Lo sciopero va avanti almeno fino a sabato - aggiungono i rappresentanti di Femca Cisl, Stefano Di Crescenzo, e di Uiltec Uil, Giovanni Cordesco -. Noi non ci fermeremo finché non verranno ritirati tutti gli esuberi, nonostante l'incontro convocato da Confindustria. Prima vogliamo capire, vederci chiaro".

"Un vero e proprio scippo al territorio, nonché un ulteriore danno alla già provata economia locale - commentato Di Primio - . L'azienda, dopo essersi seduta al tavolo istituzionale con la Regione, al fine di trovare opportune soluzioni al problema, con la comunicazione dei lavoratori in esubero ha dimostrato non solo mancanza di rispetto per le istituzioni e per gli accordi presi ma anche mancanza di considerazione verso i propri dipendenti, mettendoli alla porta nonostante questi abbiano contribuito, con il proprio lavoro, a fare le fortune dell'azienda. L'appello che ho voluto lanciare oggi - conclude Di Primio - è quello all'unità di istituzioni, sindacato e lavoratori, per far capire al Governo e all'azienda che la salvaguardia di quei posti di lavoro è un'emergenza nazionale". 05 luglio 2017

Redazione Chieti
@RIPRODUZIONE VIETATA

Condividi l'Articolo

Articoli correlati