Casoli (Ch) - Una lunga agonia e ora licenzia e chiude l’azienda Cometa di Casoli. A conclusione della procedura di mobilità avviata il 19 febbraio scorso, l’azienda metalmeccanica ha ufficializzato ai sindacati la decisione di smantellare. "Si conclude un percorso che rappresenta la fine dell’ex Cisi, dell’indotto Honda – dice Nicola Manzi, segretario Uilm di Chieti-Pescara –. Il mercato non ha offerto acquirenti per sopravvivere". Nel marzo scorso la stessa Uilm aveva indetto uno sciopero a oltranza per protestare contro la richiesta di concordato preventivo da parte del management aziendale e per una crisi senza precedenti. Proteste e sit-in si erano poi registrati da parte della Fiom Cgil. 

 "In queste ore abbiamo appreso della 'Cometa', azienda metalmeccanica di Casoli, che ha ufficializzato la decisione di chiudere i battenti. Verrebbe da dire: 'ancora un'azienda chiude'. Non ci si può però limitare ad una semplice affermazione generica". Inizia così una nota del segretario generale della Fiom di Chieti, Davide Labbrozzi. L'azienda occupa una cinquantina di addetti. "Innanzitutto bisogna affermare che i tanti sacrifici profusi dal sistema Cometa per evitare che la Fiom entrasse in azienda, nel corso del tempo, se spesi per salvare la fabbrica di Casoli avrebbero potuto far registrare un vero impiego di energie al fine evitare che una fabbrica storica andasse a finire allo sfascio. Infatti - prosegue il sindacalista - bisogna precisare che questa triste fine non è stata determinata da una semplice fatalità, ma dall'incapacità e dallo scarso impegno che il sistema Cometa ha espresso in questi anni. Qualcuno sostiene che le difficoltà sarebbero legate al calo o perdita dei volumi, si offrirebbe invece un buon servizio ai lavoratori ed a tutti coloro che devono avere soldi dalla Cometa, se si spiegasse meglio com'è stato possibile accumulare così tanti debiti, situazione che tra l'altro mai nessuno ha pensato di denunciare. Quando c'è il calo della commessa si lavora per trovarne un'altra, non si tirano i remi in barca con la speranza che dal cielo piovano produzioni nuove. Se questo non si è in grado di farlo e, quando non si è capaci di gestire un'azienda con il debito che lievita, bisogna decidere di passare la mano", dice Labbrozzi.

 "La Fiom sta studiando il contesto ed in particolare quel che ha determinato l'indebitamento, appena conclusosi detto lavoro sarà presentato un esposto alla Procura della Repubblica. La Fiom, da sempre non gradita, denuncerà l'operato del sistema Cometa. Non è sufficiente dire ai lavoratori che L'azienda sta chiudendo, bisogna spiegare loro il perché. Presto lo farà la Fiom. La Cometa - conclue il segretario generale - pensa di liquidare tutti i lavoratori con un piatto di lenticchie, 4.500 euro di incentivo per l'esodo pretendendo una rinuncia totale e tombale a rivendicare qualsivoglia elemento. Nei prossimi giorni - annuncia infine Labbrozzi - ci saranno ulteriori sviluppi". Per anni Cometa è stata specializzata in subfornitura per motocicli, quad, motoslitte, seadoo (le moto d’acqua), piccoli aerei, supercar e treni, e ha lavorato per aziende tra cui Honda, Brp, Piaggio, Ktm. 14 settembre 2016 


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