Non hanno una vera casa. A Lanciano, invece, possiedono uno scantinato, forse ereditato, di 20 metri quadrati e, senza alternative, in tre si sono sistemati lì, in quel fondaco nero privo di pavimento e rivestimenti, con nudo cemento alle pareti a e a terra. “C’è un’altra famiglia, con figli minorenni, della zona di Crecchio, che veniva nel nostro emporio di Ortona sempre con la stessa insistente richiesta: candele grandi. Fino a che un giorno non abbiamo domandato loro che ci facessero. Ci hanno risposto che non avevano luce a casa, non potendo permettersela. E che, per lavarsi, nei periodi di gelo, scaldavano l’acqua con la pentola nel caminetto. C'è un 62enne di Ortona che, quando veniva a ritirare i viveri, non prendeva mai surgelati o freschi. Gli abbiamo chiesto perché... Ci ha detto che aveva 900 euro di bollette arretrate e che da 12 mesi tirava avanti senza corrente elettrica, staccata, e senza gas e riscaldamento. Si era rintanato all'interno delle sue quattro mura, nell'oscurità. Non apriva neppure le finestre".

Vivere ai limiti e ai margini. I dati della Caritas diocesana Lanciano- Ortona raccontano di troppi casi di povertà assoluta. “Che avanza paurosamente ed è come un virus, colpisce i più deboli”, afferma Luigi Cuonzo, direttore Caritas. Il 30 per cento dei cittadini, da statistiche, è a rischio povertà. E si sfiorano punte del 37% se si guardano alle persone sole con meno di 65 anni e addirittura al 46% se ci si concentra sulle famiglie numerose. “Dietro un reddito medio, - fa presente Cuonzo - si è insediata la profonda frattura di una società spaccata in due. Con un troncone che, dopo aver perso contatto con il gruppo di testa, viene risucchiato inesorabilmente verso il basso, soprattutto per la mancanza di lavoro”. Sono circa 2.300 le famiglie assistite da Caritas, con decine di quintali di alimenti distribuiti annualmente. A parte c'è l'aiuto fornito dalle parrocchie e dai Comuni da cui passano almeno altre duemila famiglie.

“Dai nostri due empori di Ortona di Lanciano - spiega Cuonzo - , dove le famiglie meno abbienti possono venire a "fare la spesa", cioè a prendersi quello di cui necessitano per un'esistenza dignitosa, escono ogni mese oltre 400 litri di latte, circa 350 confezioni di passata di pomodoro e più di 500 chili di pasta. In un anno sono circa 53mila euro di merce consegnata, tra cibarie e prodotti per l'igiene personale e per la pulizia della casa. Inoltre - viene aggiunto - nel 2017 abbiamo abbiamo speso circa 35mila euro per pagare utenze: luce, acqua, gas, affitti... E 20 mila euro, nei casi più disastrosi, per riparare abitazioni o acquistare elettrodomestici, come frigorifero e lavatrice, e libri scolastici. Tutti questi interventi, che servono a ridare un barlume di speranza, sono possibili grazie alle donazioni dell'8 per mille".

"Non ce la fanno più artigiani, professionisti, commercianti - elenca Cuonzo - e cercano sostegno. Ci sono tanti che rinunciano a curarsi, non potendo pagare le prestazioni sanitarie di tasca propria". Anche per questo in primavera a Lanciano, verrà attivato, da Caritas, un centro medico-dentistico. "La drammaticità della situazione attuale - conclude Cuonzo - è che essa, anche in prospettiva, sta tagliando fuori da opportunità di crescita tanti giovani che, per le difficoltà economiche, rinunciano ad istruzione e salute".18 dicembre 2017

Serena Giannico

Foto Andrea Franco Colacioppo
@RIPRODUZIONE VIETATA

Condividi l'Articolo

Articoli correlati