Vasto(Ch) 12 sett. '14 - Quattro capodogli salvi, tre morti alla spiaggia di Punta Penne a Vasto. "E' un avvenimento drammatico, ma non è stata una inevitabile fatalità": fa sapere in una nota la Confederazione Cobas di Chieti e Pescara. Vari i fattori che hanno contribuito al disastro: "Non c'è bisogno - spiegano - di essere scienziati dell'ambiente, biologi marini, climatologi o meteorologi per comprendere che la devastazione ambientale, l'inquinamento forsennato dei mari, l'insostenibile circolazione e moltiplicazione di produzioni tossiche dettate dalla sciagurata logica del profitto, sono all'origine di questa tragedia. Ed è ancora più grave che essa sia accaduta su una spiaggia che fa parte di una riserva naturale che deve essere rispettata e tutelata. Il futuro - aggiungono - non sembra roseo, visto che la petrolizzazione dell'Adriatico è uno spettro che continua ad aleggiare minaccioso sulla Costa dei Trabocchi: se immaginiamo cosa ancora potrebbe succedere se andasse in porto, come è nell'intenzione di governo, imprenditori e multinazionali senza scrupoli, la sempre più sbandierata petrolizzazione del medio e basso Adriatico, allora sì che la catastrofe sarebbe annunciata ed inevitabile. Non è bastato che l'anno scorso il 13 aprile a Pescara in 40.000 abbiamo detto no allo scempio del progetto Ombrina visto che questi "signori" ci stanno riprovando ancora". Sordo sull'argomento anche il governo Renzi: "Addirittura nell'imminente decreto governativo "Sblocca Italia" si vuole inserire una clausola, per cui, su questioni riguardanti l'allocazione di impianti inquinanti, si bypasseranno anche eventuali pareri contrari da parte degli Enti locali, di conseguenza tutti i poteri decisionali saranno del governo nazionale". A tutto questo i Cobas non ci stanno: "Tutto ciò non può e non deve accadere. Bisogna essere pronti a costruire altre mobilitazioni come quella del 13 aprile 2013 insieme a tutta la popolazione". 

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