Al lavoro ci andavano a proprio piacimento, quando decidevano loro, facendo credere, invece, che erano stati regolarmente impegnati nello sfalcio di erbacce e nella pulitura delle strade. Truffa aggravata continuata, peculato, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici: sono i reati contestati  dalla Procura della Repubblica di Lanciano (Ch) a tre uomini, dipendenti della Provincia di Chieti con mansioni di cantoniere. Uno è finito agli arresti domiciliari, su disposizione del gip Massimo Canosa; gli altri due sono stati denunciati. E' stato arrestato M.C., 51 anni, di Atessa (Ch) che era il caposquadra; mentre, per gli stessi reati (commessi un minor numero di volte) sono stati denunciati  B.D.B. , 48 anni di Casalbordino (Ch) , e B.T., di 59, di Casoli (Ch).

 
Le indagini sono state coordinate dal pm Rosaria Vecchi e condotte dalla sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri e della polizia che hanno osservato, seguito e registrato i movimenti degli indagati. Ci sono stati anche sequestri e perquisizioni presso gli uffici della Provincia di Chieti, intercettazioni telefoniche, riscontri documentali e interrogatori. 


I fatti contestati risalgono alla scorsa primavera: sono stati compiuti tra il marzo e l'aprile 2014. M.C. e B.D.B. e B.T. , suoi collaboratori, "con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, - scrive la Procura - con artifici e raggiri consistiti nel sottrarsi fraudolentemente allo svolgimento del regolare servizio, approfittando della materiale disponibilità di mezzi di proprietà della Provincia dagli stessi detenuti per ragioni del loro ufficio, e della possibilità di non recarsi in ufficio al mattino per prendere servizio, svolgevano attività estranee al loro servizio, inducendo in errore la pubblica amministrazione sul regolare svolgimento del loro turno di servizio, così procurandosi un ingiusto profitto pari alla retribuzione relativa alle giornate di servizio falsamente espletate".


Inoltre, "avendo per ragioni del loro lavoro la disponibilità di mezzi di proprietà della Provincia di Chieti e del relativo carburante, se ne appropriavano adoperandoli per ragioni estranee al servizio". M.C. è accusato anche di "aver redatto nell'esercizio delle sue funzioni di pubblico ufficiale un rapporto delle presenze relative al mese di marzo 2014, attraverso il quale attestava falsamente di aver usufruito nel periodo 10-31 marzo 2014 di giornate di congedo ordinario; con l'aggravante di aver commesso il fatto al fine di procurarsi l'impunità del reato di truffa aggravata". B.D.T. e B.T. sono nei guai anche per aver "redatto nell'esercizio delle loro funzioni di pubblici ufficiali un rapporto delle presenze relative al mese di marzo 2014, attraverso il quale attestavano falsamente che il giorno 15 marzo erano impegnati in un servizio di manutenzione stradale, laddove si accertava che, unitamente al caposquadra M.C., adoperavano un mezzo di proprietà della Provincia di Chieti, un camion, per effettuare il trasporto di cose di loro proprietà (come la legna, ad esempio); con l'aggravante di aver commesso il fatto al fine di procurarsi l'impunità per il reato di truffa aggravata". 26 sett. '14 

Condividi l'Articolo

Articoli correlati