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Cannabis ad uso terapeutico: è stato pubblicato il decreto commissariale che disciplina le modalità di erogazione e rimborsabilità dei farmaci. Lo rende noto la Regione Abruzzo, ma Maurizio Acerbo, della segretaria nazionale Prc, il fautore della legge regionale 4 del 2014, accusa: "La Regione ha posto limiti all'utilizzo di cure a base di cannabinoidi". 

Nel documento della Regione viene specificato che questo tipo di medicinali "può essere prescritto (e di conseguenza rimborsato dal Sistema sanitario regionale) nei seguenti casi: riduzione del dolore associato a spasticità (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale) con resistenza alle terapie convenzionali; riduzione del dolore cronico, con particolare riferimento al dolore neurogeno e con esclusione del dolore nella fibromialgia, in pazienti con resistenza ai trattamenti convenzionali; riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette, che non può essere ottenuta con trattamenti standard. I trattamenti - viene aggiunto  - potranno essere prescritti esclusivamente da specialisti operanti nei Centri per la sclerosi multipla o nelle unità operative di neurologia, terapia del dolore e cure palliative delle Asl regionali". 

"La ricetta - viene detto - dovrà essere rinnovata volta per volta e potrà essere prescritto un quantitativo massimo di cannabis necessario a coprire 30 giorni di terapia. Il medico avrà anche il compito di monitorare gli effetti della terapia e dovrà trasmettere i dati relativi al paziente (ovviamente in forma anonima) al Servizio Farmaceutico della Asl di riferimento, che a sua volta li inoltrerà, in forma aggregata, all'Istituto Superiore di Sanità per l'aggiornamento delle informazioni scientifiche su questo tipo di cure, per le quali non ancora esistono evidenze adeguate. Saranno le farmacie a procedere alla preparazione, sulla base delle indicazioni del medico prescrittore, e a distribuire il farmaco al paziente. "L'introduzione di questa possibilità anche in Abruzzo - spiega l'assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci - ci consentirà di agire su un fronte duplice: rispondere alle richieste dei nostri concittadini che già si sottopongono a questo tipo di terapie, ma che finora sono stati costretti a rivolgersi in strutture fuori regione e spesso private. Dall'altra parte ci permetterà di essere parte attiva negli studi scientifici sull'utilizzo dei cannabinoidi, per il quale la casistica è ancora troppo limitata, tanto che i risultati non possono essere conclusivi, in quanto mancano i dati definitivi sul reale rischio/beneficio derivanti da questa tipologia di cure". 

"Non ho fatto in tempo a gioire per la pubblicazione del decreto attuativo della mia legge sulla cannabis terapeutica che mi è toccato constatare che il presidente Luciano D'Alfonso e l'assessore Silvio Paolucci hanno stravolto e ristretto la portata del provvedimento legislativo che è tuttora considerato il più avanzato in Italia", così Acerbo in una nota. "Dopo un ritardo ingiustificabile di 2 anni e mezzo - aggiunge - D'Alfonso e Paolucci hanno proceduto, senza alcun confronto e dibattito pubblico con chi si occupa da anni di queste cose, a un intervento che contrasta con la legge. Hanno ricevuto in eredità un'ottima legge e dopo averla lasciata dormire nei cassetti ora l'hanno modificata. Infatti la mia legge prevede che non vi siano limitazioni alla scelta dei medici specialisti che possono prescrivere cure a base di cannabinoidi nè che vi siano limitazioni prescrittive per quanto riguarda le patologie per le quali possano essere prescritti. In sintesi per la legge sono i medici specialisti del nostro servizio sanitario regionale che  decidono se un determinato malato ha bisogno di quel tipo di farmaci e preparati. Il comma 2 dell'articolo 2 è chiarissimo: "I medicinali cannabinoidi possono essere prescritti, con oneri a carico del SSR, da medici specialisti del SSR e da medici di medicina generale del SSR, sulla base di un piano terapeutico redatto dal medico" specialista.
Invece - afferma Maurizio Acerbo - D'Alfonso e Paolucci, probabilmente per strizzare l'occhio a settori oscurantisti di cui è espressione anche la ministra Lorenzin, hanno deciso di definire loro nel decreto per quali patologie e quali specialisti possano prescrivere. Da quel che si legge sul loro comunicato il povero Fabrizio Pellegrini rimarrebbe fuori dall'ambito del decreto. 
E' paradossale che io sia riuscito a far passare con una maggioranza di centrodestra - grazie all'intelligenza di consiglieri di quello schieramento come Ricardo Chiavaroli e Walter Di Bastiano - una legge liberale sulla cannabis mentre una giunta Pd-Sel prima la boicotta e poi la manomette in maniera illegittima. 
Comunque oggi facciamo festa che finalmente, grazie alla nostra legge, tanti malati potranno ricevere cure che finora gli erano precluse". 05 ottobre 2016


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