Atessa (Ch) - Potrebbe essere il giorno decisivo per la vertenza Honeywell di Atessa. Domani c'è l'incontro a Roma, presso il ministero dello Sviluppo economico, dove il ministro Carlo Calenda ha convocato la multinazionale e la Regione, che quasi certamente sarà rappresentata dal vice presidente Giovanni Lolli, che sta seguendo le vicissitudini dello stabilimento della Val di Sangro. Un confronto che potrebbe segnare la svolta. I dipendenti dell'azienda metalmeccanica - supportati da Fiom, Fim e Uilm- sono in sciopero dal 18 settembre, a difesa della fabbrica e dell'occupazione: l'astensione dal lavoro è scattata dopo la prima riunione nella capitale, quando i vertici Honeywell, che da mesi stanno 'clonando' i codici produttivi del sito abruzzese, non hanno dato alcuna rassicurazione circa il futuro. "Non abbiamo mai annunciato la chiusura dello stabilimento": è quanto afferma, alla vigilia del tavolo ministeriale, la Honeywell, che sottolinea: “Per rispondere alle richieste dei dipendenti e delle organizzazioni sindacali, abbiamo presentato, in via del tutto eccezionale, una proiezione triennale al Mise. Si tratta di informazioni che – di norma – non vengono comunicate a livello di singolo stabilimento, in quanto le condizioni del mercato e le commesse sono soggette a molte oscillazioni”. 
“Dopo 11 giorni di sciopero, una situazione senza precedenti per l’impianto di Atessa, sono seriamente preoccupato per l’impatto sulla reputazione del sito presso i nostri clienti - dichiara Giancarlo Finizio, responsabile Honeywell Atessa -. La nostra volontà è che l'impianto riprenda a operare il prima possibile". 

Intanto, su sollecitazione del Pd di Atessa, i deputati abruzzesi del Partito democratico (Amato, Castricone, D'Incecco, Fusilli e Ginoble) hanno presentato una interrogazione al ministro "per conoscere quali provvedimenti intende mettere in atto il governo per scongiurare la chiusura dello stabilimento" della Val di Sangro e "per impedire che un atto unilaterale ed ingiustificato dell'azienda colpisca 420 famiglie, che tanto hanno dato, danno e vogliono continuare a dare, e l'economia di un intero territorio".   “In Europa – scrivono i parlamentari Pd - il gruppo Honeywell Transporter System è presente con 4 stabilimenti allocati rispettivamente in Francia, Italia (ad Atessa), Bucarest in Romania e Presov in Slovacchia.
Il miglioramento continuo delle performance, i processi di standardizzazione, la valorizzazione delle risorse umane ha reso il sito di Atessa, dal 1991 ad oggi, competitivo rispetto agli altri  europei, tanto che nel 2007 la casa madre Honeywell Usa assegna proprio al sito italiano in qualità di stabilimento pilota, l’onere di implementare il nuovo sistema di organizzazione. 
Nel 2008 il sito di Atessa contava 600 dipendenti e un fatturato record di 500 milioni di euro, con una produzione annuale pari a 2,2 milioni di turbocompressori. Da allora – viene aggiunto - nel corso degli anni si è registrata purtroppo una inversione di tendenza con l'utilizzo degli ammortizzatori sociali, e la delocalizzazione di parte della produzione verso la Romania. Da mesi si registra una forte crisi a seguito della volontà della direzione aziendale di chiudere lo stabilimento di Atessa e delocalizzare la produzione in Slovacchia, mettendo seriamente a rischio il futuro di 420 lavoratori, già in regime di contratto di solidarietà, e delle loro famiglie, nonché determinando conseguenze negative su tutta l’economia comprensoriale”. 

Nel frattempo Davide Labbrozzi, segretario provinciale Fiom, sta preparando un esposto, contro Honeywell, da presentare alla Guardia di finanza di Lanciano, nei cui uffici è già stato. Secondo Labbrozzi la multinazionale avrebbe "effettuato un'elusione fiscale che le avrebbe permesso di risparmiare centinaia di milioni di euro". 03 ottobre 2017

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