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Atessa (Ch) - La Honeywell di Atessa chiude. La notizia dello smantellamento della fabbrica, a primavera, al termine degli ammortizzatori sociali, è stata annunciata oggi dall'azienda ai sindacati, Fiom, Fim e Uilm. Che, a loro volta, l'hanno comunicata immmediatamente, tramite messaggio, ai lavoratori.

Non sono serviti quasi 60 giorni di sciopero di fila - dal 18 settembre a oggi -, i cortei, i picchetti notte e giorno, la mobilitazione del territorio e dei suoi cittadini e amministratori. Non sono serviti gli sforzi dei sindacati e l'impegno del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e neppure gli incentivi messi in campo. E non è servito il tavolo tecnico permanente aperto presso la Regione Abruzzo. La Honeywell, leader mondiale nella produzione di turbocompressori, ha deciso di cancellare lo stabilimento di Atessa (Ch), situato nella zona industriale più importante del centro-sud Italia. Per i lavoratori, dal prossimo 2 aprile, al termine della procedura di solidarietà, dovrebbe scattare la mobilità. L'annuncio è stato dato, appunto, questa mattina, dai vertici locali della multinazionale franco-statunitense, ai rappresentanti di Fiom, Fim e Uilm, in una riunione informale, covocata in una location informale, in un albergo a Mozzagrogna (Ch).

“La fabbrica sarà smantellata” e, nel giro di pochi attimi, i lavoratori si sono ritrovati sul cellulare la tremenda notizia. A primavera, dunque, i 420 dipendenti della Honeywell Transporter System e di altri 60-80 dell'indotto (soprattutto dell'azienda Travaglini di Atessa) potrebbero ricevere il benservito. E' stata una lunga lotta, durissima, che si chiude con una decisione “unilaterale e improvvisa”, affermano i sindacati, che, a ripetizione, avevano chiesto all'azienda un piano di rilancio, con il Mise pronto a mettere a disposizione risorse per 50 milioni per evitare la chiusura del sito della Val di Sangro. Invece la multinazionale ha evitato il confronto, non ha mai dato risposte precise, neppure al Governo, e ha scelto di cancellare il polo di Atessa, “tra i migliori al mondo del gruppo per il suo alto livello tecnologico”. Le linee quasi certamente verranno spostate a Presov, in Slovacchia, dove è stato realizzato un impianto gemello e dove, a mano a mano, sono stati trasferiti i codici, copiati, clonati, delle produzioni finora effettuate in Abruzzo.

Il Mise, in una nota, ribadisce che Calenda “ha ricevuto, ieri, come previsto, i vertici della Honeywell ed ha rinnovato la disponibilità piena a sostenere programmi di investimento in innovazione e ricerca per mantenere l'attività di Atessa”. La proprietà ha “ritenuto di non accogliere la proposta e ha comunicato la cessazione dell'attività, irrevocabile. Si tratta di una decisione estremamente grave. In accordo con le organizzazioni sindacali e le istituzioni - si legge ancora nel documento - il ministero continuerà a monitorare la vicenda con l'obiettivo di trovare soluzioni che possano garantire gli attuali livelli occupazionali”. Il 21 novembre al Mise ci sarà “una riunione con tutti i soggetti coinvolti”. “Una conclusione funesta, la peggiore, che temevamo, in realtà - afferma il vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, che ha seguito ogni fase della vicenda - . “Ma la trattativa, la più importante d'Abruzzo, continua a livello istituzionale. Innanzitutto chiederemo che vengano allungati i tempi degli ammortizzatori sociali e poi dovremo pretendere che i quattrini messi a disposizione restino”.

Di “catastrofe sociale, economica e industriale per l'Abruzzo, per la provincia e per l'intero comprensorio”, parlano Mario Pupillo, sindaco di Lanciano (Ch) e presidente della Provincia di Chieti, e il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli. Sciopero sospeso, dopo l'affollata assemblea sindacale tenuta, questa sera, ad Atessa, per fare il punto della situazione, e da domani graduale rientro in fabbrica.

“Dopo due mesi di sciopero - evidenzia Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl, a cui fa eco Primiano Biscotti - durante i quali la direzione aziendale di Honeywell non ha avuto neanche la decenza di incontrare il sindacato e i lavoratori, all'indomani del vertice tra azienda e ministero, il nuovo amministratore delegato ha comunicato la chiusura dello stabilimento per il secondo trimestre 2018. Inaccettabile”. “E' uno scandalo – fa presente Nicola Manzi, Uilm Chieti-Pescara – perché si tratta di un'azienda in salute e che ha commesse”. “Non potevamo fare altrimenti – sottolinea Davide Labbrozzi, Fiom Cgil -. Ogni nostra iniziativa è stata giusta, non è il tempo di polemiche e spaccature. Ma non finisce così, la vertenza va avanti” 15 novembre 2017


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