"La Val di Sangro è nata grazie ad un’idea di crescita ecosostenibile. Va ricordata la battaglia contro la fabbrica dei veleni, la Sangro Chimica, che se avesse sviluppato il suo insediamento, mai avremmo avuto un’area industriale così importante. Le stesse aziende, tra le più grandi la Sevel, hanno più volte dichiarato che mai avrebbero investito in un territorio di veleni". E' quanto afferma, in un documento, Davide Labbrozzi, segretario Fiom Chieti, che prende posizione sull'allarme lanciato dal sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, riguardo al pericolo dell'apertura, in Val di Sangro, di impianti per lo smaltimento di rifiuti pericolosi, a cui Fiom si oppone. Ci sono infatti progetti per la riapertura dello stabilimento Ciaf e per l'attivazione di un impianto per lo smaltimento di rifiuti infettivi della società Di Nizio. 

"Oggi - dichiara Labbrozzi - si discute di come smaltire, ma lo si fa, sembrerebbe, ignorando gli equilibri molto delicati che questo nostro territorio ha determinato in questi anni: coesistenza tra industria, mare, monti, pianure, agricoltura. Una convivenza che può esistere solo ed esclusivamente se queste realtà non si danneggiano a vicenda. In questi giorni - aggiunge - si discute dello smaltimento di fanghi industriali, scarti di aziende chimiche, di rifiuti industriali ad alto rischio infettivo e lo si fa dopo che l’Arta ha segnalato un tasso di inquinamento, per quanto riguarda le polveri sottili, a limite della legge". Fiom "ritiene necessario aprire urgentemente una discussione" su questi scenari, "è necessario approfondire - dice - per poi decidere come opporsi ad un’eventuale idea di sviluppo incompatibile con la storia della Val di Sangro". 
10 aprile 2018

@RIPRODUZIONE VIETATA

Condividi l'Articolo

Articoli correlati