Licenziati per giusta causa, ma non ci stanno: non accettano di essere stati mandati via e cominciano a minacciare l'ex datore di lavoro. Lo fanno per mesi. Per queste ragioni e con l'accusa di stalking, sono finiti in manette due fratelli albanesi, Perparin Sina, 38 anni, residente a Lanciano (Ch), e Luan Sina, di 39, che vive ad Atessa. Gli arresti sono stati disposti dal gip del tribunale di Lanciano, Massimo Canosa, su richiesta del pm Andrea Papalia. 

L'imprenditore, dopo aver cacciato i due, a fine novembre, per il loro rendimento ritenuto insoddisfacente, è stato al centro, dallo scorso dicembre, di una sorta di rappresaglia. Pressioni e intimidazioni da parte dei fratelli, che gli hanno promesso, a voce e  per iscritto - anche con messaggini telefonici, sms -  che gliel'avrebbero fatta pagare. "Ti bruciamo l'azienda", oppure "Diamo fuoco al capannone". Minacce di morte, poi, e il monito di stare attento. Anche ai suoi familiari.

L'imprenditore, titolare di una piccola azienda metalmeccanica della Val di Sangro, di Atessa, specializzata nel settore della trasformazione metalli e che si occupa di zincatura, ad un certo momento, dopo aver sopportato, li ha anche incontrati: ma i due non sono riusciti a farsi riassumere. E hanno continuato con il loro atteggiamento persecutorio, tanto da costringere l'uomo a rivolgersi ai carabinieri. Che, oggi, hanno arrestato i due fratelli, rinchiusi in carcere a Lanciano. 22 febbraio 2017


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