Dopo l'annuncio dello smantellamento e della chiusura dell'azienda, un'altra scure si abbatte sui lavoratori dello stabilimento Honeywell di Atessa (Ch), dove si realizzano turbocompressori. Il ministero del Lavoro ha infatti negato la cassa integrazione. "L'ha bocciata - dice Davide Labbrozzi, segretario Fiom Chieti -. Un fatto gravissimo che espone tutti i dipendenti a licenziamento immediato, a partire dal primo giugno prossimo". Una stangata inattesa. Così lunedì mattina, 28 maggio, alle 10, tutti i sindacati - Fiom, Fim e Uilm - protesteranno davanti al ministero a Roma. "Un atto scellerato - riprende Labbrozzi -, un guaio grosso che getta in strada circa 400 lavoratori. La legge - spiega - non prevede la Cig per le cessazioni di attività. Ma è vero che, a novembre, nel corso delle trattative che ci sono state al ministero dello Sviluppo economico, era stato stabilito che la vicenda si configurava come cessazione dell'attività produttiva, non come cessazione di quella lavorativa, e quindi gli ammortizzatori sarebbero stati approvati". Esiste un accordo in tal senso, sottoscritto dalle parti e adesso non rispettato. C'è stato un voltafaccia, anche del governo. "Non accettiamo tale indifferenza e ci mobiliteremo. Contrasteremo con forza questa decisione". Secondo Uilm la responsabilità di quanto accaduto è da addebitare all'azienda. "Honeywell si comporta come Ponzio Pilato - attacca Nicola Manzi, Uilm Chieti-Pescara. Ai lavoratori, oltre al danno, regala anche la beffa. E tra l'altro questa mancata cassa integrazione potrebbe creare anche problemi per la reindustrializzazione. Spero che la multinazionale riformuli la domanda in maniera corretta e che si ravvedano tutti".  Il 4 giugno, alle 16, incontro al Mise. Si scaglia invece contro "la politica", Domenico Bologna, Fim Cisl Abruzzo Molise. "Governo, Regione, sindaci... - tuona - ci fanno una bella figuraccia: loro avrebbero dovuto essere i garanti dell'accordo sottoscritto. Avrebbero dovuto vigilare e farlo rispettare; invece siamo rimasti col cerino in mano. E' scandaloso".

Nelle scorse settimane il neo deputato del Pd, Camillo D'Alessandro, aveva affrontato la questione in Parlamento ponendo l'accento proprio sul riconoscimento della cassa integrazione straordinaria. "Ci troviamo - aveva detto in aula D’Alessandro - di fronte a una delle più gravi crisi del Paese per il numero dei lavoratori coinvolti. Non ci è dato sapere se questa legislatura andrà avanti, ma facciamo in modo, per il tempo che c’è, che queste situazioni siano affrontate con la dovuta unanimità. C'è ancora poco tempo, - aveva sottolineato - dopodiché i lavoratori saranno lasciati soli al loro destino". Anche l'ex deputato di Leu, Gianni Melilla, aveva lanciato l'allerta. "Entro maggio - aveva scritto in una nota - dovrà essere approvata la cassa integrazione per i dipendenti Honeywell di Atessa, al fine di garantire una minima tutela salariale e realizzare i progetti di reindustrializzazione. Vi sono infatti alcune aziende interessate a investire e a riassumere parte dei dipendenti. E' un momento delicato della vertenza, da non sottovalutare".   
23 maggio 2018

Serena Giannico

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