Lanciano (Chieti) 24 nov. '13 - Acqua ancora indigesta al centrosinistra… La Sasi inglobata nella Isi o la Isi assorbita dalla Sasi? Domanda complicata, complicatissima stando all'assemblea dell'Isi che si è tenuta qualche giorno fa a Lanciano proprio per affrontare questo problema. La Sasi è la società che gestisce il servizio idrico integrato in 92 Comuni della provincia di Chieti; la Isi è la società del patrimonio degli acquedotti: dalle ceneri delle due società, per legge, ne deve nascere un'unica nuova. Di fusione si parla ormai da anni, senza arrivare ad alcuna azione concreta, ma adesso i tempi stringono: occorre affrettarsi o sarà un salasso per gli utenti che pagherebbero, per l'ennesima volta, per l'inefficienza della politica e gli interessi dei partiti. Finora, comunque, con una Regione Abruzzo che confonde e dà pareri discordanti, l'ipotesi era stata sempre quella che la Sasi avrebbe dovuto incorporare la Isi. Questo fino a qualche giorno fa, quando il presidente Isi, Enzo Antonucci, ideologicamente vicino al Pd, ha presentato la propria proposta, quella che al momento sembra la più fattibile. "E' la Isi - ha esordito documenti alla mano - che deve incorporare la Sasi e a questa conclusione sono arrivato dopo alcune consulenze, anche notarili: è il modo migliore di procedere - ha aggiunto - e quello meno costoso per i cittadini". Il motivo? E' presto detto. "L'Isi - ha spiegato Antonucci - non ha mai provveduto a censire le reti che ha, quindi, se incorpora la Sasi, non ci sarebbero problemi, perché le reti sono e restano della Isi e vanno a confluire nella nuova società. Viceversa, bisognerebbe effettuare il censimento delle condotte, particella per particella, in tutta la provincia e i costi sarebbero enormi, impensabili, per la collettività. Bisogna sbrigarsi - ha poi aggiunto il presidente -, entro fine anno occorre arrivare alla fusione: se questo non accadrà sarò obbligato a mettere in liquidazione l'Isi con costi incommensurabili, milioni di euro, che pagherebbero gli utenti". Antonucci è stato chiaro. Ma all'interno del Pd sono sorte le solite schermaglie. Alcuni sindaci stanno col presidente dell'Isi: il Comune di Lanciano, ad esempio, rappresentato dall'assessore Pasquale Sasso, l'ha dichiarato pubblicamente. Lo stesso il Comune di Casalbordino, guidato da Remo Bello. Titubanti, probabilmente nel tentativo di preservare la poltrona di Domenico Scutti (Pd), presidente della Sasi, altri sindaci del Partito democratico, ancora una volta spaccato. Così, soprattutto su insistenza del delegato del Comune di Ortona, Tommaso Coletti, si è deciso di dare la sveglia e l'ultimatum a Scutti: dovrà presentare una proposta di fusione entro venti giorni, altrimenti si procederà con la proposta di Antonucci. Nel frattempo, però, centrodestra e centrosinistra - attualmente ai ferri corti per la composizione del rinnovato consiglio d'amministrazione della Sasi - dovranno trovare un accordo, perché per la fusione occorrono i 2/3 delle quote dell'assemblea dei Comuni soci. Insomma situazione complessa: sarebbe un miracolo arrivare alla fusione entro la fine dell'anno. Sarebbe lo sfascio economico, e andrebbe a gravare sulle tasche delle famiglie, non fondere le due società per inerzia della politica. Intanto Antonucci - che più volte ha ribadito che sta agendo solo per il bene pubblico - ha comunicato di aver concluso un accordo tra Isi e Sasi riguardo alla questione degli ammortamenti: la Sasi verserà all'Isi 300 mila euro, invece di un milione 700 mila dovuti, per l'utilizzo nelle reti negli anni passati. In cambio potrà gestire gratuitamente le condotte. Con questi soldi l'Isi potrà pareggiare i conti e pagare le tasse, i revisori dei conti e i legali".



Serena Giannico

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