Pescara - In rapporto alla popolazione presente, l'Abruzzo è la regione con più metri quadri destinati a grandi centri commerciali. A confermarlo è una nuova indagine di Confesercenti Abruzzo che, dopo aver analizzato in passato la quantità complessiva di grande distribuzione organizzata in Abruzzo -  oltre i 2.500 mq - stavolta analizza le soli superfici di vendita oltre i 20 mila metri quadrati. Secondo questa rilevazione la concentrazione di grandi centri commerciali in Abruzzo non ha eguali in Italia: ogni mille abruzzesi ci sono ben 205,45 metri quadrati destinati ai centri commerciali, a fronte dei 179,6 della Lombardia che è la seconda regione a più alta concentrazione. Le regioni limitrofe viaggiano su numeri decisamente più contenuti: 95,05 mq ogni mille abitanti nelle Marche, 116,49 nel Lazio, 113 in Molise.

Una cospicua presenza di grandi esercizi commerciali che non sembra agevolare il costo della spesa alimentare nella nostra regione."L'indagine di Altroconsumo sul costo della spesa alimentare nelle varie regioni italiane - afferma Daniele Erasmi, presidente di Confesercenti Abruzzo - testimonia che la grande distribuzione organizzata, anche laddove è concentrata oltre ogni misura, porta grandi benefici solo alle centrali d'acquisto spesso straniere, ma non alle tasche dei consumatori".

E' proprio il settore alimentare è stato quello più inglobato dalla grande distribuzione organizzata. Se nel 1998 il mercato della distribuzione alimentare era concentrato per il 68 per cento nelle grandi superfici e per il  32 per cento nelle medie e piccole attività, 14 anni dopo l'indagine statistica di Confesercenti  mostra che gli iper hanno fagocitato il 90 per cento del mercato.

"Sbaglia chi pensa che l'Abruzzo sia un'isola felice dove la "guerra" alla concorrenza si combatte in maniera bonaria - precisa Erasmi  - perché in Abruzzo c'è la più alta concentrazione di grande distribuzione organizzata d'Italia, ben oltre i limiti di regioni dove i costi, sempre secondo l'indagine  di Altroconsumo, sono più contenuti. È paradossale che a fronte di questi numeri che non hanno paragoni in Italia e probabilmente neppure in Europa, ci sia chi punta l'indice contro i piccoli supermercati di città, che invece stanno calmierando i prezzi e investendo sulla qualità dei prodotti per andare incontro ad una clientela sempre più esigente".

"Ecco perché non è ipotizzabile immaginare la realizzazione di altri centri commerciali con la scusa di aprire ad altri gruppi - conclude Erasmi - perché in Abruzzo le catene internazionali sono ampiamente presenti, la concorrenza è spietata, alcuni centri commerciali stanno riducendo persino il personale. Troppi regali sono già stati fatti ai centri commerciali: ieri sapevamo che a pagare il prezzo più alto erano stati i piccoli e medi imprenditori, mentre ora sappiamo che questo gioco al massacro è stato pagato anche dai consumatori in termini di potere d'acquisto. Noi continueremo a lavorare per rilanciare il commercio urbano anche sul piano della distribuzione alimentare e della qualità". 2 set.'15

Giulio Ferrante


 

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