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Pescara 03 dic. '14 - Tutti pazzi…per la pizza! La specialità italiana, che piace a tutti, merita una tutela maggiore e in soli tre giorni, in Abruzzo, sono state raccolte oltre tremila firme nell'ambito della petizione promossa da Coldiretti insieme all'associazione "Pizzaiuoli Napoletani" e alla fondazione UniVerde per l'iscrizione dell' "Arte della pizza napoletana" nella lista Unesco dei patrimoni immateriali dell'umanità .
Ma l'obiettivo, nella regione dei parchi, è ancora più ambizioso e chiama in causa il Consorzio agrario interregionale. E' questo il primo risultato abruzzese della petizione nazionale che, partita a Pescara il 20 novembre nell'ambito dell'iniziativa "Semplicemente italiana", si è subito diffusa a macchia d'olio nelle altre province.
La risposta dei consumatori è stata immediata: lunghe file negli uffici Coldiretti - ed è ancora possibile votare - , a seguito di un vero e proprio passaparola finalizzato a tutelare l'identità della pizza italiana e a fare definitivamente chiarezza sull'origine degli ingredienti usati nonché sulle modalità di preparazione del prodotto.
Si può dire, quindi, che impastare la pizza è un'arte e per questo va salvaguardata. "La pizza napoletana - sottolinea Coldiretti Abruzzo - dal 4 febbraio 2010 è stata ufficialmente riconosciuta come specialità tradizionale garantita dall'Unione Europea, ma ora l'obiettivo è quello di arrivare ad un riconoscimento internazionale di fronte al moltiplicarsi di atti di pirateria alimentare e di appropriazione indebita dell'identità . Per questo Coldiretti, collaborando alla petizione lanciata sulla piattaforma Change.org insieme all'associazione "Pizzaiuoli Napoletani" e alla fondazione UniVerde, si sta impegnando con una forte opera di sensibilizzazione per garantire pizze realizzate a regola d'arte con prodotti genuini e provenienti esclusivamente dall'agricoltura italiana e combattere anche l'agropirateria internazionale".
Ma la raccolta firme è solo un primo passo per la tutela di un prodotto che dovrebbe essere il simbolo incontrastato della materia prima agricola italiana. L'obiettivo è di consentire il reperimento di tutte le materie prime necessarie a produrre una buona pizza sul territorio italiano, a cominciare dalla farina, che potrebbe essere reperita anche attraverso il marchio Fai (firmato agricoltori italiani), i consorzio agrari tra cui il Cadam - che ha già progettato una filiera che dal seme alla farina venga realizzata tutta in Abruzzo e Molise - e alcuni molini locali.